Mancini e i contrasti dell’estate
Nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa, Roberto Mancini è tornato a parlare dell’Inter.
Il tecnico jesino ha spiegato il motivo del suo addio all’Inter, e ha colto l’occasione per parlare dei suoi successori.
Queste le sue dichiarazioni: “Perchè sono andato via? All’Inter si era creata una situazione assurda, troppo difficile da gestire. C’erano troppe persone che parlavan o. Con me i cinesi sono stati perfetti, mi è dispiaciuto andare via. Sono sicuro che avremmo fatto un grande campionato, i ragazzi stavano migliorando e la mia Inter si stava preparando a rivincere. Per lavorare bene, però, serve la fiducia di tutti. Ho sperato fino in fondo che le cose si potessero aggiustare ma dentro di me avevo capito che qualcosa si fosse rotto. La squadra non era stata costruita male, i giocatori davano sempre l’anima, era impensabile essere già pronti al 20 agosto.
I miei successori? De Boer ha detto che la squadra non correva ed è inesatto. Lo perdono, però, perché lavorare all’Inter in quelle condizioni non era facile. Mi spiace sia finita male, aveva bisogno di più tempo. Stefano Pioli è un ragazzo giovane e preparato”.
Scudetto e rimpianto Dybala
Mancini viene interrogato anche sullo scudetto. Non ha dubbi: sarà la Juve a trionfare. Le potenzialità di Suning, però, porteranno l’Inter al livello dei bianconeri: “Lo Scudetto? Il campionato lo rivincerà la Juventus ma l’anno prossimo grazie alla potenza di Suning l’Inter potrà giocarsela alla pari”.
Breve aneddoto anche su Dybala, vicino all’Inter nell’estate del 2015: “Dybala è il grosso rimpianto dell’Inter. Lo avevamo in mano e potevamo offrire di più, ma è finito alla Juventus“.