Cassano si racconta: “Mai pentito dei no alla Juve, io tifo Inter”
Cassano e l’Inter, estratto dell’intervista rilasciata al CdS
Il giocatore di Bari vecchia, Antonio Cassano, si è raccontato a Walter Veltroni, in un’intervista rilasciata ai microfoni del Corriere dello Sport. L’ormai ex attaccante della Sampdoria, dopo aver rescisso il contratto con i blucerchiati, si dice pronto ad affrontare il futuro e dichiara tutto il suo amore per l’Inter.
“Sono sempre stato tifoso. Da bambino la mia squadra del cuore era l’Inter dei tedeschi, anche se il mio idolo era Maradona”.
“L’Inter è sempre stata la squadra del mio cuore, sono sempre stato interista. Ho spinto perciò come un matto, quando dovevo andare dal Milan all’Inter, perché volevo a tutti i costi la maglia nerazzurra. Ho fatto una buona stagione, con nove o dieci gol. Poi arrivò quel santone di Mazzarri, che si sveglia la mattina e vuole fare quello che sa tutto, e all’inizio mi disse, perché avevamo lo stesso procuratore, che non c’erano problemi con me. Poi, appena firmato, dichiarò: Cassano è il primo che deve andare via. Ho sentito allora Moratti, altra persona fantastica che ho trovato nel mondo del calcio, che mi disse: Antò, sono in difficoltà, Mazzarri mi ha detto che te non rientri nei piani della squadra. Io, siccome Moratti è una persona da rispettare, ho detto: Presidente non c’è problema, mi trovo una squadra. Sono andato via senza polemica, perché non c’era motivo di farne. Perché se oggi mi chiedessero: Antonio qual è la squadra migliore nella quale tu ti sei trovato? Dove eri felice? Io risponderei l’Inter. Perché era gestita in una maniera fantastica da Marco Branca e Piero Ausilio. L’Inter per me è stata la piazza migliore, tra le grandi squadre. Delle piccole invece è stato il Parma”.
Capitolo Juventus ed il rifiuto ai bianconeri
“Le due volte che ho rifiutato la Juve è stato perché loro vogliono esclusivamente dei giocatori quadrati. Io sono una persona così, chi mi prende deve accettare i miei pregi e i miei difetti. Avevo l’occasione di andare alla Juve però, quando ho iniziato a giocare, ammiravo molto il Pupo, Francesco Totti. Era il giocatore che in quel periodo, in Serie A, era diverso da tutti gli altri. Era il più forte di tutti e io mi rivedevo in lui. Dovevo andare alla Juve però quando c’è stata l’offerta dei giallorossi ho detto al mio procuratore: dobbiamo andare a Roma assolutamente. Non mi importa della Juve. Sono andato a Roma solo ed esclusivamente per giocare con Totti”.