(Esclusiva) Ziliani ad ID: ”Stessa atmosfera di Calciopoli, nel calcio pulito non credo più”
Indice dei contenuti
1 Il noto giornalista dice la sua ad Interdipendenza.net1.1 La ferita più dolorosa arriva fuori dal campo1.1.1 Episodi del passato, una pugnalata al cuore1.1.1.1 Poche speranze nel futuro del calcioIl noto giornalista dice la sua ad Interdipendenza.net
Un piacere ed un onore per la nostra redazione aver avuto ospite quest’oggi il noto giornalista Paolo Ziliani. Di seguite le sue risposte alle nostre domande.
Le polemiche post Juve-Inter non accennano a placarsi. A distanza di tre giorni, quale cosa l’ha indignata di più?
”Più che indignato, mi ha rattristato riprecipitare nelle atmosfere dell’era-Calciopoli, quando c’erano arbitri (come De Santis nella famosa Juventus-Parma 1-0) che fischiavano falli di confusione all’ultimo secondo della penultima partita di campionato, annullando gol regolarissimi (a Cannavaro) che avrebbero cambiato completamente classifica e lotta-scudetto, nel chiaro e plateale intento di favorire la Juventus. Il lapsus freudiano in cui è incorso Cesari nel commentare il fischio di Rizzoli al 90′ (“Rizzoli, ha detto, “molto furbescamente fischia un fallo di confusione”), disvela e certifica questa tara arbitrale che mina la credibilità del calcio italiano da oltre 20 anni, direi dall’avvento di Moggi e Giraudo alla guida della Juventus nel 1994. La Juventus sta vincendo 1-0 già in virtù di marchiani favori arbitrali e l’arbitro, per sicurezza, decide “molto furbescamente” di fischiare un’irregolarità della squadra avversaria “al buio”, senza che questa minimamente avvenga. Difficile, per un giocatore, sentirsi peggio di così: accettare di trovarsi davanti a un arbitro che dopo averti negato due rigori non ti permette nemmeno di giocare le tue carte fino in fondo. E infatti dopo il danno (della punizione contro) arrivano le beffe del giallo ad Handanovic, del rosso a Perisic, del gesto e della squalifica di Icardi”.
La ferita più dolorosa arriva fuori dal campo
La GDS ha definito l’utilizzo delle immagini inedite del retropassaggio di Chiellini come un mezzo da parte dell’Inter. Lei cosa pensa a riguardo?
“Provo vergogna. Sarebbe come se una vecchietta cui è stata scippata la pensione all’uscita dell’ufficio postale chiedesse per favore di esaminare le immagini della telecamera di sorveglianza per verificare l’accaduto e identificare gli scippatori e la guardia giurata, o le forze dell’ordine, la rimproverassero dicendole che la colpa è stata sua, che stia più attenta la prossima volta; come colpevolizzare i risparmiatori truffati delle varie Banche Etruria. E’, questa, una ferita forse ancor più dolorosa e profonda di quella subìta in campo – per tornare al pallone – per mano dell’arbitro: una ferita che non può in alcun modo smettere di sanguinare. Leggere il fondo della Gazzetta e constatare che non è il comportamento dell’arbitro, benchè inquietante, a finire sotto la lente d’ingrandimento del giornale, ma quello della società Inter che alzerebbe il polverone per giustificare, in qualche modo, la sconfitta, è desolante. Io non sono nessuno per dirlo, ma il giornalismo deve cercare sempre la verità. Qui, per come la vedo io, siamo alla rimozione e alla negazione più piena, della verità”.
Episodi del passato, una pugnalata al cuore
Ex dirigenti condannati che hanno buttato fango sul calcio italiano adesso scrivono per giornali, dove andremo a finire?
“Moggi che fa l’editorialista per Libero si commenta da solo: ma da giornalista, non posso non ricordare che ai tempi di Calciopoli le intercettazioni scoperchiarono anche le vergogne indicibili della mia categoria. Così come c’erano arbitri e dirigenti e funzionari affiliati alla Cupola moggiana, servitori fedeli Moggi li aveva trovati anche in molte tivù e in molti giornali. E parlo anche di grossi calibri. E’ morto, e mi dispiace parlane; ma le telefonate di Giorgio Tosatti critico contro il lavoro libero da sudditanze verso la Juve di alcuni giornalisti della Stampa, sono ancora oggi una pugnalata al cuore non solo di chi fa il mio mestiere, ma di ogni cittadino perbene. E insomma, se io oggi criticassi gli addetti ai lavori Rizzoli e Andrea Agnelli senza dire che anche il giornalismo sportivo è dentro fino al collo nella cloaca a cielo aperto che è diventato il calcio italiano, sarei disonesto”.
Poche speranze nel futuro del calcio
Si può tornare a sperare in un calcio pulito e lontano dai sotterfugi di palazzo?
“Credo di no. Per più di dieci anni, scrivendo le Pagelle dei posticipo per il Controcampo (condotto da Piccinini) negli anni bui di Calciopoli, ho visto e commenttao partite scandalose come Bologna-Juventus, Chievo-Inter, Cagliari-Juventus, Roma-Juventus: un elenco di scempi interminabile. Ho sempre detto e scritto, prima per Mediaset poi per il Fatto Quotidiano, quel che pensavo. Le prove della Grande Truffa che era sotto gli occhi di tutti uscirono, purtroppo, solo alcuni anni dopo, ma ugualmente dal mondo-Moggi e dal mondo-Juve, nel post Calciopoli, ho avuto un’infinità di querele. Mi querelò persino l’ex capo dell’Ufficio Inchieste, il generale Italo Pappa sodale di Big Luciano, che mi chiese 250 mila euro di danni (respinto con perdite); lo fecero Pieri e Dondarini, De Santis e Bertini, Lo fecero Juliano e Ravanelli, per questioni scabrose ma diverse, attinenti al doping. per non parlare di Antonio Conte finito anni dopo nello scandalo Scommessopoli e mi fermo qui (ma non è ancora finita). Moggi, sulla sua pagina Facebook, si divertiva addirittura a dare l’annuncio delle azioni legali che i suoi ex arbitri intraprendevano nei miei confronti, con tanto di indicazione delle Procure interessate e degli studi legali attivati. Quel che fece la dirigenza della Juventus nei miei confronti, poi, qui non voglio dire. Ma certo lavorare per me non è stato facile. Per tornare alla domanda, siamo nel 2017 ma vedo che l’aria è tornata quella di 20 anni fa. No, nel calcio pulito (così come nel giornalismo pulito) non credo più”.
Giuseppe Falcucci.