Oggi ospite ad Interdipendenza.net è Francesco Colonnese, vera e propria colonna dei nerazzurri negli anni ’90.
Colonnese: “Sudditanza bianconera sempre esistita”
Colonnese, alla luce degli avvenimenti di Juve-Inter, trova qualche analogia con quella del 1998?
Non direi. Quell’anno fu tutto un crescendo di cose. Inoltre quella era una partita decisiva. Se avessimo fatto risultato a Torino avremmo avuto aperto uno spiraglio per lo scudetto. Ora le cose stanno diversamente. La forbice di punti é molto più importante, anche se gli errori sono evidenti.
La vecchia signora è tornata ad avere una certa sudditanza psicologica nei confronti degli arbitri?
Si certamente. Ma è sempre esistita, non è tornato proprio nulla.
Gigi Simoni è stato, forse, la più grande vittima di quella partita. Lei con il mister ha avuto un rapporto speciale. Ci racconta come sono stati gli anni al suo servizio?
Il mister è una persona fantastica. Mi ha insegnato tutto. Per me era davvero un secondo padre. Da lui ho imparato cosa voglia dire far parte del grande calcio, cosa vuol dire essere umili. Ti trasmetteva la passione e l’impegno che dovevi ai tifosi. Insomma, il rispetto era alla base di tutto.
Lasciare l’Inter? Un grande dolore
Sempre nel ’98, sulla panchina adiacente sedeva Marcello Lippi. Con lui, l’anno successivo, le cose non sono andate molto bene.
Si è vero. Ma nel calcio succede. Quando è arrivato ha voluto far fuori me ed altri come Bergomi,Zamorano e Pagliuca. Ma niente di personale. Per lui non eravamo adatti al suo modo di giocare.
È stato difficile lasciare l’Inter?
Molto. Mi è dispiaciuto un sacco. Mi sentivo a casa. Mi ricordo ancora quando il presidente Moratti mi chiamò comunicandomi la notizia. Era molto triste ma d’altronde il suo ruolo gli imponeva di seguire i dettami tecnici del mister. In ogni caso sono contento di essermi fatto voler bene da tutte le componenti della famiglia nerazzurra.
Senza ombra di dubbio. Passiamo al presente, dove pensa che può arrivare questa Inter?
Dovrà cercare di raggiungere il terzo posto in ogni modo. Mancano 15 partite, ce la può fare. A maggior ragione perché la squadra è forte e può ambire alla Champions. I 5 punti dal Napoli, grazie anche allo scontro diretto, sono recuperabili. La Roma la vedo già più lontana.
Futuro societario
C’è possibilità di vederla in futuro in società? Ha contatti con qualcuno in questo senso?
Mi sento spesso con Zanetti. Siamo molto amici. Il mio legame con l’Inter è molto forte, se avessero bisogno delle mie competenze sanno benissimo che non mi tirerei indietro. Anzi, sarebbe proprio un sogno seguire da vicino la mia squadra del cuore. Vorrei, in qualche modo, riscattare quello scudetto svanito.