Biasin cerca di analizzare la situazione Pioli
Sul proprio editoriale su Tuttomercatoweb.com, Fabrizio Biasin ha parlato dell’ipotesi d’addio a fine stagione di Stefano Pioli, sopratutto all’indomani della sconfitta contro la Roma.
Ecco le sue considerazioni: ‘‘Indiscutibile e fetente è arrivata la sconfitta con la Roma. Una sconfitta generalmente toglie tre punti e un po’ di umore, in questo caso ha fatto molto di più: in soli novanta minuti ha trasformato un bravo allenatore in un pirla (Stefano Pioli), ha alimentato voci su un prestigioso collega che forse arriverà in nerazzurro (Antonio Conte), ha fatto uscire allo scoperto i tifosi che per troppe settimane – complici i buoni risultati – hanno trattenuto il loro grido di dolore (‘Pioli è inadattoooo!!!’). Cose che succedono, per carità, ma abituarsi è sempre difficile. Qui diremo due sole cose: Antonio Conte, a oggi, non è stato contattato dall’Inter, non l’hanno fatto i dirigenti, non l’ha fatto patron Zhang Jindong; Pioli merita un filo di rispetto e fiducia in più. Parliamoci chiaro, non si vuole difendere il tecnico dell’Inter a tutti i costi, soprattutto perché non ce n’è bisogno: c’è chi lo valuta mediocre, c’è chi non vedeva l’ora di poter dire ‘quello normalizza ma poco altro’, c’è chi non riesce ad affezionarsi a un tecnico perché inevitabilmente quello che verrà è sempre più bravo a prescindere. Pioli in ogni caso si cautela da solo: lo fa grazie ai numeri e non è poco. La sconfitta di domenica, per molti, è stata la dimostrazione di strapotenza di Luciano Spalletti nei confronti del collega, c’è chi ha strabuzzato gli occhi per la difesa a tre e non si rende conto che se l’Inter disponesse di Alex Sandro e Stephan Lichtsteiner, di sicuro il tecnico nerazzurro non valuterebbe soluzioni tattiche alternative. Ma tant’è, alcuni allenatori mai si leveranno la nomea di provinciali se non attraverso i risultati. È vero, negli scontri diretti Pioli finora ha tradito, ma sarà la guerra a dire se è adatto o non adatto. Perdere le battaglie, anche se fa male, serve solo per dividere la parte di tifo che ci crede ancora da quella che si è già arresa. Criticare è corretto, massacrare non è mai la soluzione, soprattutto finché c’è speranza”.