Joao Mario: adattarsi in fretta
E pensare che la presentazione di Joao Mario era passata del tutto inosservata. Certo, la valutazione di mercato ci faceva capire che non eravamo di fronte ad una pippa, però nessuno si aspettava così tanta praticità. Sta di fatto che il giorno dopo la partita persa con il Be’er Sheva il portoghese capì subito che doveva integrarsi in un meccanismo complicato, seppur in evoluzione.
Joao Mario acquisto giusto
Frank de Boer aveva capito subito le sue qualità. Non è un caso se il suo arrivo è coinciso con quello del lusitano. L’ex Ajax aveva fortemente spinto per la conclusione dell’affare. Perché? Beh ci sono molti motivi. Innanzitutto perché il ragazzo è dotato di una grande intelligenza tattica. Ha coperto tutti i ruoli del centrocampo con una grande facilità e con eccellente dinamismo. Sintomo di una duttilità fuori dal comune.
Percorso inverso: a trazione anteriore
Questa qualità gli appartiene sin da piccolo. “Ho iniziato facendo il difensore centrale, poi però la mia altezza non mi ha permesso di poter reggere il confronto con i compagni.” In effetti, 179 cm non si addicono ad un grande difensore. E poi, tutta quella qualità non poteva essere sprecata nelle retrovie.
I nerazzurri hanno in organico un giocatore in grado di far cambiare le sorti di una partita con un solo assist. Non ama infatti tirare in porta. Ci prova soltanto 1,5 volte nel corso del match. Dovrà migliorare questo dato. In compenso però riesce a completare 4,5 passaggi chiave a partita. Una statistica mostruosa.
Lo sa bene Icardi che in questa stagione ha più volte goduto dei suoi assist. Quale la sua posizione in campo? Tra le linee sembra aver ormai trovato la sua dimensione. La sua dinamicità gli permette di non farsi trovare impreparato alle situazioni più intricate. Inoltre, più vicino alla porta può servire i compagni con più facilità.
L’unica pecca è che perde troppi palloni. Quasi 7 a partita. Strano per uno con la sua tecnica. Dovrà prestare più attenzione durante il corso della gara, senza distrarsi. In ogni caso, il suo futuro sembra essere in mediana. Xavi lo apprezza moltissimo ed in effetti le somiglianze fra i due sono evidenti.
Joao Mario magari è meno regista dello spagnolo ma con l’esperienza potrà lavorare su questo aspetto del suo gioco. Il tempo non manca.