Riso svela un retroscena sull’affare Gagliardini e scommette sul Papu
Riso scommette sul “Papu” e rivela un retroscena su Gagliardini
Lunga intervista di Beppe Riso al Corriere della Sera. Il procuratore di Gagliardini ha parlato, oltre che del centrocampista nerazzurro, anche di altri talenti della sua scuderia. Prossimo colpo? Riso ne è sicuro, il “Papu” Gomez.
“Fare questo lavoro è il sogno che avevo da ragazzo. C’è da curare anche l’aspetto psicologico. Ad esempio con Gagliardini abbiamo vissuto momenti difficili. Quando era in B non stava bene. Abbiamo parlato molto, l’ho convinto a non abbattersi. Gagliardini non sarebbe diventato Gagliardini senza aver vissuto quella sofferenza, Caldara è un robot programmato per vincere. Freddo, si tiene tutto dentro. Anche nel passaggio alla Juve non ha mostrato reazioni. Lavoratore come pochi, è in palestra prima di tutti gli altri, ha margini di miglioramento impressionanti“.
Sulle operazioni Caldara-Gagliardini
“Le loro operazioni mi hanno fatto fare il salto di qualità. Ma non mi monto la testa, continuo a lavorare 20 ore al giorno. Ricevo 300 telefonate quotidiane e lo smartphone non lo spengo mai. Non so nemmeno quale sia il pin. Sono sempre in giro, dormo nel mio letto a Milano un paio di volte a settimana. Ho intenzione di espandermi, a breve aprirò un ufficio a Londra. Voglio diventare il numero uno. Forse il Papu sarà il prossimo colpo. Ha voglia di giocare in Europa. Lui però sa l’importanza che ha a Bergamo, per la squadra e per la città. È un capitano vero, di quelli che prendono per mano i più giovani e li fanno crescere. E poi più passa il tempo e più diventa determinante. Per il futuro scommetto su Cristante”.
Petagna il futuro
“Petagna ha grandi potenzialità. Gli rimproverano che segna poco. Ma anche Ibra alla sua età non segnava. Anche quando l’esperienza superficialmente sembra negativa, ha sempre dei risvolti positivi. Come Petagna alla Samp. Aveva 18 anni, il Milan aveva promesso che era lui il vice-Balotelli e poi all’ultimo giorno di mercato comprano Matri. Andrea non la prese bene. Io volevo che rimanesse in Serie A a costo di prendere bastonate perché sapevo che l’avrebbero fatto crescere. Conta il carattere e il cervello dei ragazzi. Mi basta guardarli negli occhi per capire se possiamo avere un progetto in comune. Come dicono? “I migliori scelgono i migliori”.