Brozovic, è il momento della verità. Dentro o fuori, tertium non datur
Per Brozovic è il momento della verità
Arrivato all’inter nel pieno della confusione societaria degli ultimi anni, Marcelo Brozovic è l’emblema di quanto l’instabilità dirigenziale possa influire sul rendimento di ogni giocatore.
Indiscutibili doti tecniche e validissime variabili tattiche fanno di lui il profilo perfetto del centrocampista moderno,fatto di corsa e qualità,onnipresente a centrocampo e determinante nelle transizioni.
Talento acerbo che con il ringiovanimento della rosa compiuto negli ultimi anni ha trovato fiducia nei propri mezzi e conserva tuttora ampi margini di miglioramento.
Talvolta spaesato,Marcelo ha mostrato però più volte in campo limiti caratteriali e fuori dal campo comportamentali. Giocare nell’inter non è semplice,richiede nervi saldi e tenacia,valori difficile da coltivare in un giovane già di per sè un pò svagato.
Nell’era dei vorticosi cambi societari Brozovic non ha probabilmente avuto la possibilità di essere affiancato da un vecchio leader,penso a stankovic nel suo stesso ruolo. Capire l’inter è difficile,per la maglia bisogna sudare,sacrificarsi,mandare giù bocconi amari come il vecchio Deki ha fatto per anni prima delle vittorie ottenute come giusto premio al sudore del suo lavoro. Un giovane croato arrivato in tenera età rischia perciò di essere bruciato in poco tempo (rischio che si era corso anche con Kovacic),a Milano ci si diverte com’è giusto che sia,ma il campo è poi la prova finale,la domenica parla il campo,sempre.
Alle ragazzate di inizio anno De Boer aveva reagito col pugno duro,regalando un Brozovic del tutto nuovo al suo rientro in squadra,volitivo nella corsa,determinato nell’atteggiamento.
Ora il tifoso interista lo vorrebbe definitivamente lontano da Milano,frustrato com’è dall’ennesima stagione (semi)fallimentare e irritato oltremodo da quello “scatto acquatico” post derby (sciupato al 97°).
Il discorso è sempre lo stesso,finchè si vince si può far tutto,ogni eccesso è lecito,ogni bravata si può perdonare. Quando anche per questa stagione l’interista deve veder gli altri trionfare allora le ragazzate le vuole vedere punite.E in che modo? Con la cessione.
Siamo in piena crisi di valori,ragazzi,l’attaccamento alla maglia non lo si impara dall’oggi al domani,bisogna soffrire per la maglia, nel tempo. Come Materazzi ha detto pochi giorni fa la nostra mentalità è sempre stata lottare su ogni pallone.E quella è una dote che uno porta dentro (come lui) o che impara col tempo,apprendendo da uomini-guida (come per Matrix sono stati Facchetti e Oriali).
Domandiamoci tutti allora il nostro Brozovic oggi a chi si dovrebbe ispirare? Se solo ci fosse ancora Deki da ammirare ogni giorno lì alla pinetina… E Zanetti? Il capitano, sempre pacato e di poche parole c’è sempre, è il vice-presidente.
Ecco, Marcelo dovrebbe seguire lui, il suo percorso, la storia di un uomo che ancora non si capisce perchè non sia partito per Madrid con il primo volo quando le cose all’Inter erano un disastro,uno che ha rinunciato a tutto per la voglia di vincere in nerazzurro. E che alla fine c’è riuscito.
Spillo Altobelli ha giustamente ribadito come gli investimenti di Suning siano preziosi,ma come sia altrettanto fondamentale avere le persone giuste al posto giusto.Alle persone giuste nello staff dirigenziale alle quali allude Spillo ci occuperemo più avanti, ma Brozovic può essere il giocatore giusto nel cuore del centrocampo dell’Inter (?)
Questo è il momento della verità caro Marcelo.Questo è l’anno del dentro o fuori.E’ a questo punto che decidi se sei Interista o se sei un giocatore dell’Inter. C’è una grossa differenza.
E la differenza la devi fare tu.
di Daniele Pellegrino