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Le notizie hanno il verbo al passato, quindi basta con gli oroscopi sull’Inter!

“Il giornalista è uno che, dopo, sapeva tutto prima”.

L’aforisma di Karl Kraus, scrittore e saggista austriaco, calza a pennello per una certa parte (sempre più vasta) della stampa calcistica. E’ quella che, ogni giorno, sente il pruriginoso bisogno di scrivere di calciomercato: “Eh, ma i lettori vogliono quello” si giustificano questi diversamente professionisti del mestiere. No, signori: smettiamola di ‘cacciar fandonie’ per coprire la pochezza di contenuti. I lettori leggono quello perché, purtroppo, trovano solo quello.

Inevitabilmente anche ciò che riguarda l’Inter è entrato in questo frullatore. Ed è per questo che invito i miei “quattro gatti” di lettori (qui nessuno ha la pretesa di avere il seguito di un Garlando o di un Biasin ma poi non sa chi è stato Tagnin) a fermarsi un attimo. A fermarsi e riflettere, perché solo riflettendo potremo (tutti insieme) iniziare a distinguere una notizia da una ‘sparata’. Partiamo dall’allenatore della prossima stagione. Da quanto tempo questi diversamente professionisti ci massacrano con Simeone? Più o meno dallo scorso inverno. Simeone viene, Simeone non viene, Simeone va a pranzo con Tizio, poi va ballare con Caio e infine torna a casa con Sempronio. Un mio vecchio Direttore, quello che mi ha insegnato questo mestiere, che cerco di interpretare al meglio da ormai quindici anni, mi ha sempre detto: “Le notizie hanno il verbo al passato, il resto sono oroscopi”.

Ecco. Stiamo assistendo, o meglio, leggendo oroscopi. E non ci preoccupiamo della cosa più importante: l’Inter. Ogni volta che vi leggo – sì anche io ho i miei peccati da confessare – mi viene in mente l’avvocato Prisco quando ha detto: “Qualche suo collega, mi ha detto: lei ha servito cinque presidenti dell’Inter. Non è esatto. Io ho cercato di servire sempre e solo l’Inter”. Sì, perché con la vostra smania da clic ne avete scritte di tutti i colori in momenti anche decisivi per la squadra. Perché oltre alle sparate, avete dato spazio anche alle non notizie. Alcuni esempi? Gagliardini che va allo Stadium per vedere la Juve. Anziché prendervela con un potenziale fenomeno, chiediamoci perché Higuain non è venuto a vedere l’Inter. Perché l’Inter non fa la Champions da non so quanto. Anziché prendervela con il futuro Tardelli, perché non avete fatto un’inchiesta per evidenziare tutti gli errori di dirigenti, allenatori e giocatori che hanno preceduto Gagliardini?

Oroscopi, dicevamo. Non vi ho ancora convinto, miei cari “quattro gatti” di lettori?

Facciamo l’esempio di Jardim. Sì, perché gli stessi che garantiscono l’arrivo di Simeone, garantiscono anche quello di Jardim. D’altronde a questi diversamente professionisti, non importa la correttezza, importa che il lettore clicchi e che poi vengano citati da altri siti che, non avendo notizie, riprendono oroscopi. Ecco perché, insieme alla vicenda degli allenatori, ogni giorno, ogni singolo giorno, leggiamo decine e decine di notizie di calciomercato. D’accordo che la potenza economica di Suning non si discute, ma qui stiamo parlando di 50 acquisti… Pensate, cari diversamente professionisti, che siamo tutti ‘fessi’? Non c’è sempre uno scoop alla Dimarzio con Higuain da trovare e soprattutto fra di voi non c’è un Dimarzio. Quindi: datevi una calmata perché esser famosi sui social, grazie alle vostre ‘non notizie’, equivale ad essere ricchi a Monopoli.
E’ vero, un giorno direte: “Ve l’avevamo detto in esclusiva”. Ma elencando cinquanta nomi, fra tecnici e giocatori, prima o poi ci prenderete.

D’altronde Karl Kraus ha avuto ragione quando ha detto che “Il giornalista è uno che, dopo, sapeva tutto prima”.

Matteo Gardelli