Kondogbia : Mancini vuoi spiegare?
Kondogbia, mistero Inter
Kondogbia è stato il secondo/terzo acquisto più oneroso della storia della società, dopo Vieri e alla pari o giù di li con Crespo. Più di Ronaldo, tanto per intendersi!
Fisico da bronzo di Riace di 24 anni, 188 cm di potenza che ancora nessuno ha ben capito dove e come venga espressa.
Non giriamoci intorno, il campionato scorso del ragazzo fu imbarazzante; l’inizio del torneo attuale, se possibile ancora peggio, fino alla farsa di Bologna del settembre scorso.
Poi con l’arrivo di Pioli prima e Gagliardini poi, qualche timido miglioramento: qualche buona giocata, più presenza nella zona nevralgica del campo, qualche verticalizzazione ma nulla di più.
Prima di addentrarsi in altre analisi, c’è un elemento di base da affrontare: questo ragazzo ancora non ha gamba, non ha il dinamismo necessario per imporsi in un centrocampo del calcio di oggi, nel quale se non riesci a fare entrambe le fasi con la necessaria continuità hai poche possibilità di emergere .
Nessuno pretende una velocità di base da atleta brevilineo; ma vederlo regolarmente saltato o rincorrere affannosamente per 10 mt ogni avversario (salvo poi desistere e lasciare i compagni in braghe di tela) è diventato ormai una dolorosa consuetudine.
Nella gara di stasera con la Viola, al di là dell’inquietante andamento complessivo della squadra, Borca Valero e Badelj, gente di solito assai compassata che gravita nella stessa fascia di campo del francesone, sembravano fulmini di guerra al suo confronto.
Tasso di personalità non pervenuto, capacità di finalizzare (anche solo di testa su azioni da palla inattiva) men che meno, “garra” (traduzione letterale coraggio, perserveranza)….no, sorry, Geoffrey non conosce le lingue sudamericane.
Solo lo stipendio che percepisce è all’altezza degli osanna che si levarono al suo arrivo.
Flash back: Kondo arrrivava a Milano nell’estate del 2015; la società era guidata da Thoir, in panca c’ era Roberto Mancini, la trattativa fu condotta da Ausilio e Fassone.
Giochiamo a cercare le responsabilità dirette di questa scelta di mercato? Escludiamo Thoir per ovvii motivi, restano in tre. I due che chiusero la trattativa a nostro avviso erano più esecutori che mandanti.
Resta Mancini. I giornali dell’epoca dettero grande risalto al particolare che fu proprio una telefonata del mister jesino a convincere il ragazzo a scegliere l’Inter, beffando sul traguardo di Montecarlo l’altra squadra di Milano.
36 mln di euro, mica pizza e fichi! Transfer Markt, sito specializzato nell’analisi di valori di mercato, parlava all’epoca di un valore di circa 20 mln di euro (valore odierno 19 mln).
Con tutto l’affetto che si può avere nei confronti di chi ha portato coppe e scudetti alla causa nerazzurra, Mancini un giorno dovrà spiegare alla gente nerazzurra cosa lo ha spinto a questa scelta e a queste condizioni economiche.
E il bello è che il tifoso medio si era già accorto di quanto fosse sopravvalutato questo ragazzo: qualche buona partita nel Monaco, due discrete gare con la Juve in Coppa se ben ricordiamo, ma niente di più.
Recentemente la testata inglese The Sun ha inserito l’Inter in testa alle società che si sono contraddistinte per i peggiori affari in uscita, citando i vari Summer, Pirlo, Bonucci, Roberto Carlos, Coutinho.
Se chiamano anche per i peggiori acquisti Mancio rispondi tu?