Inter-Napoli, nuova sconfitta per l’Inter di Pioli
Alla fine di Inter-Napoli è emersa la risposta alla domanda che, da ormai diverso tempo, sta aleggiando nella galassia nerazzurra: ‘La squadra va rifondata?’. Sì, dev’esser rifondata. Ma non solo la squadra…
A San Siro il Napoli ha disegnato calcio, l’Inter scarabocchi: come l’intervento di Nagatomo che ha spianato la strada al gol dell’1-0 di Callejón (una cosa del genere si fatica a trovarla persino nei campi di ‘bassa’ Lega Pro). Il Napoli, nel primo tempo, così come nella ripresa, poteva segnare altre due, tre reti: d’altronde la squadra di Maurizio Sarri si fonda sulla fiducia nelle proprie idee, sul talento di (quasi) tutta la rosa e sulla qualità del proprio gioco. Il ‘Vangelo’ sarriano andrebbe insegnato in tutte le scuole calcio d’Italia: giocatori che si trovano a memoria, giocatori che sanno sempre cosa fare ma soprattutto come farlo. Invece… Invece l’Inter arranca: il problema dei terzini è sempre più palese – errore di Nagatomo a parte -, a metà campo non si costruisce gioco (perché Banega, il più bravo a creare spazi è stato escluso dall’undici titolare?) e di conseguenza in attacco non si punge. Bisogna essere sinceri: l’Inter un giocatore come Mertens non ce l’ha. L’Inter un uomo come ZieliÅsk, che ha dribblato tutti e costruito possibilità su possibilità, non ce l’ha. L’Inter ha Medel che fa il centrale di difesa, ha Eder che fa l’esterno (perché è stato escluso Perisic dalla formazione di partenza?) e Candreva – perché l’Inter uno come Callejón non ce l’ha – non salta più l’uomo.
La verità, triste, è questa. Ecco perché la squadra va rifondata.
Attenzione, però. Gli ‘squadroni’ non si costruiscono con ritiri punitivi, perché la mentalità vincente non si costruisce in soli cinque giorni. L’Inter, quest’anno, non l’ha mai avuta: ha infatti sempre perso contro le squadre che la precedevano in classifica, così com’è sempre finita ko nei momenti decisivi (Crotone non si dimentica, così come l’eliminazione in Coppa Italia). L’emorragia di queste ultime sei partite arriva da molto lontano. Stefano Pioli è un buon tecnico e, soprattutto, un’ottima persona ma si è ormai dimostrato inadeguato ad allenare una squadra come l’Inter. Le colpe, però, non sono solo le sue. Come in tutte le cose il problema principale, dicevamo, è infatti a monte: bisogna costruire una società all’altezza, non continuare a cercare un ‘Comandante’ perché l’esperienza Mourinho è irripetibile nei secoli dei secoli. Serve come il pane, quindi, una società perché è una società ben strutturata che porta al successo tutto l’ambiente. Il possibile ritorno di Oriali potrebbe essere, in quest’ottica, il primo, decisivo passo.
“Dirigenza totalmente assente e in campo mezzi uomini senza orgoglio, né mordente. Nonostante tutto, noi anche oggi in 60mila: unici ad onorare la nostra storia”. Questo striscione aveva fatto centro ancora prima del fischio d’inizio.
Coraggio, manca poco alla fine dell’ennesima agonia di questi ultimi sette anni.