(ESCLUSIVA ID) Fulvio Collovati : “All’Inter serve un uomo forte”
Fulvio Collovati a ID : All’Inter serve un uomo forte”
Inter Dipendenza ha raggiunto telefonicamente Fulvio Collovati, leggenda del calcio italiano, campione del mondo ’82 e produttore di Calcissimo TV. Queste le sue dichiarazioni rilasciate in esclusiva per ID : focus sul difficile momento che sta attraversando la squadra nerazzurra e sulle strategie societarie. Nel ringraziare Fulvio per la disponibilità e cortesia vi lasciamo alle sue parole :
Buonasera Collovati. Ha indossato la maglia nerazzurra in anni in cui sono mancate le vittorie importanti, ma non la grinta e l’attaccamento alla maglia. La sua Inter è sempre, o quasi, stata competitiva (tranne che nell’ultima sfortunata stagione dell’86). Che sensazione le fa vedere l’Inter senza mordente, quasi rassegnata, di questa fine campionato e soprattutto, cos’ha significato per lei vestire la maglia dell’Inter?
“Il mio unico rimpianto dei 4 anni nerazzurri è questo. Avevamo uno squadrone, non siamo riusciti ad imporci. Squadra competitiva, ma erano anni in cui la competizione era alta. Ad un passo dal vincere, ma non ci riuscivamo per un soffio. Provo grande tristezza a vedere quello che sta succedendo. L’Inter 7 anni fa vinceva il triplete, qualcosa è successo…”
I problemi dell’Inter di oggi sono più tecnici o societari?
“L’Inter per tradizione ha bisogno di un uomo forte, di un uomo al comando, come nell’Inter del Triplete. Ha bisogno di questo, ha bisogno di un uomo in cui tanto i giocatori quanto la società si possano identificare. I problemi sono prevalentemente societari, non vedo persone giuste al posto giusto. L’Inter investe molto, ma gli investimenti vanno a vuoto. Faccio un esempio, la Juventus ha messo fuori rosa Bonucci, il suo migliore difensore e uno dei migliori al mondo. All’Inter non sarebbe mai successo. Sembra quasi si abbia paura di fare un torto ai giocatori. Manca la società. Non essendoci società i problemi si ripercuotono inevitabilmente anche in campo”.
Quanti giocatori non da Inter vestono attualmente la maglia nerazzurra al momento?
“Almeno 6 giocatori tra quelli andati in campo contro il Napoli non sono da Inter. In difesa 3 su 4 da cambiare, a centrocampo 2 su 3. Salvo Gagliardini, quello dell’Atalanta e delle prime partite in nerazzurro : gli va dato il tempo di maturare. In attacco salvo Icardi. Perisic? Se mi arriva l’offerta giusto lo vendo. Fa una buona partita e ne sbaglia 3, manca di continuità. Bisogna iniziare a creare un zoccolo duro di giocatori, da valutare non solo sull’aspetto prettamente tecnico, ma anche caratteriale. La maturità è fondamentale”.
Quello della panchina Inter è un tema parecchio caldo. Quale allenatore si sentirebbe di consigliare alla società per ricostruire da subito una squadra competitiva? Confermerebbe Pioli o punterebbe su un nuovo tecnico?
“Quello dell’allenatore è il problema minore. Pioli è un valido allenatore, ma credo si sia giocato le sue chances. Sarà, importante avere un leader, non faccio nomi, capace di dominare i giocatori”.
Quante le colpe di Pioli e quante dei giocatori e della società in questa debacle di fine stagione?
“10 % Pioli, 30% giocatori, 60% colpa della società. La storia degli ultimi 30 anni di Inter è questa, Trapattoni, Mourinho, e molti allenatori di passaggio. Se i giocatori entrano in sintonia con l’allenatore arrivano i risultati, altrimenti diventano vittima dell’ambiente”.
Lele Oriali potrebbe risolvere i problemi attuali dell’Inter?
“Lele Oriali conosce bene la realtà dello spogliatoio, da solo non basta, ma è un tassello importante”.
Che voto si sentirebbe di dare alla campagna acquisti della scorsa estate?
“4, nessuno dei neo-acquisti gioca. Campagna acquisti fallimentare”
Potesse consigliare un acquisto, quale nome farebbe?
“Partirei dalla difesa. Si deve iniziare dal reparto arretrato. Le grandi squadre si costruiscono a partire dalla difesa. La Juve, ad esempio, sta già pensando al post BBC, con Rugani e Caldara. Idem il Milan con Romagnoli e Donnarumma”.
C’è qualche giocatore italiano, ad oggi, in cui tatticamente e tecnicamente si rivede?
“Mi piacciono molto Rugani e Romagnoli, diventeranno grandi difensori”
Chiusura dedicata all’azzurro, la giovane Italia può ambire a tornare sul tetto del mondo? Il più forte della generazione ’90, chi è a suo avviso?
“Si l’Italia può tornare a dire la sua. Il più forte è Belotti, ha la testa a posto è forte, e potente. In chiave Milano lo vedo benissimo. Fossi nell’Inter e nel Milan non ci penserei due volte a prenderlo.
Se penso ai grandi centravanti che ho marcato io da giocatore, tutti erano consapevoli delle proprie qualità e dei propri limiti. Voglia e testa da campioni, nessuno ha sprecato la carriera. Belotti mi sembra un attaccante di altri tempi rispetto ad altri giocatori che hanno buttato via il loro talento”.