Governare l’Inter non è semplice
L’ Inter non è facile. Governarla non è facile.
Come un puledro di razza, con grandissime doti ancora da esprimere, ha bisogno di:
1. Una proprietà forte, presente, lungimirante e paziente;
2. Un allenatore duro, più che un buon padre di famiglia, pronto ad insegnare il rispetto per il lavoro ed il sacrificio, mai condizionato dal valore e dalle ambizioni, pronto anche a punire, se serve ed è necessario per farsi ascoltare, ma al tempo stesso lui per primo pronto ad assumersi tutte le responsabilità, dentro e fuori il campo gara;
3. Un conduttore dalla mano ferma che sappia ben regolare e domare la grande classe del suo destriero, lasciandolo libero nella sua folle corsa, ma sempre pronto a riprenderlo e tenerlo sotto il suo stretto controllo.
Inter, equilibri da ricercare
Un asse perfetto che nei momenti d’oro ha sempre dato il massimo risultato immaginabile ed inimmaginabile. I suoi tifosi sono puri perché la sofferenza e lo stile li hanno forgiati in forma unica. È questo il modello che abbiamo fatto nostro ed abbiamo esportato. In tutto il mondo. È questo sarà sempre, così nel tempo.
L’amicizia, la solidarietà, il rispetto è il collante, ma la responsabilità dei ruoli e dei loro interpreti è unica e personale. Per questa ragione si afferma senza indugio che l’Inter è una Famiglia e tutti la interpretano come tale.
Moratti, Herrera, Mourinho, Facchetti, Picchi, Mazzola, Suarez, Milito, etc., se sono rimasti ancora vivi nei pensieri di tutti noi è perché sono stati e sono la perfetta rappresentazione di quanto e cosa siano i valori dei colori nero azzurri.
Ben felici che l’Oriente sia con noi oggi, ma si ricordi la storia ed il carattere profondo rappresentato da questi colori, per cui nelle scelte che verranno è importante che non venga dimenticato il nostro DNA, il nostro modo di essere e di vivere le tensioni, le nostre debolezze e soprattutto la nostra forza.
di Fulvio Lima