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Simeone Inter: dalla promessa del ritorno al silenzio

Simeone Inter: dalla promessa del ritorno al silenzio

Simeone e l’Inter, pare che dovranno ancora attendere, prima di riunirsi e fondare un nuovo progetto.

Tutti ricordano le frasi pronunciate, quando disse che un giorno sarebbe sicuramente tornato a Milano.

In quel periodo, Mancini era ancora l’allenatore dell‘Inter e un po’ infastidito aveva risposto: ” in due non possiamo stare qui… adesso ci sono io“.

Effettivamente quella dichiarazione del cholo, mise a dura prova non solo la pazienza degli addetti ai lavori, ma anche quella dei tifosi.

Anche perché ancora oggi, quelle parole non hanno avuto seguito. Simeone è rimasto a Madrid e non pare si voglia avvicinare a Milano.

I possibili motivi

L’ex nerazzurro, è famoso per il suo modo di approcciarsi ricco di grinta e di personalità. Le sue squadre, sono sempre state lo specchio del suo carattere.

Subentrato a Madrid a campionato in corso, ha riportato l’Atletico a livelli altissimi, mettendosi a combattere con Real Madrid e Barcellona.

Dal suo arrivo infatti, non solo la Liga, ma anche la Champions, hanno risentito del suo modo di fare e di essere.

Se si vuole però fare un paragone, l’Inter di oggi forse, sarebbe anche più forte del primo Atletico di Simeone.

Perché allora non vorrebbe venire? Si tratterebbe del solo rispetto verso i suoi tifosi spagnoli, oppure dietro si celerebbero  altri motivi?

In realtà, questo non lo si sa con certezza, ma si può provare ad effettuare un’analisi oggettiva.

La realtà attuale è che ancora, almeno ufficialmente, non si capisca chi comandi l’area tecnico-sportiva.

L’arrivo di Sabatini, potrebbe essere la nuova svolta, ma fino ad oggi, nessuno avrebbe mai dato l’impressione di avere saldamente il comando.

Di conseguenza, attualmente non sarebbe la situazione ideale per iniziare un progetto.

Simeone infatti, sarebbe l’ideale per la gestione campo e spogliatoio, ma forse non abbastanza per sopperire ad eventuali mancanze dirigenziali.

Ciò che serve per ripartire

Innanzitutto è necessario dare continuità ad un progetto e alla storia di una squadra vincente.

La stabilità è sinonimo di programmazione e quindi, di un impegno costante e duraturo. Trovarsi impreparati significa, non aver valutato approfonditamente tutte le possibilità.

Altro passo importante, sarebbe quello di costituire una spina dorsale, su cui fondare una squadra.

Si parlerebbe non solo di qualità tecniche, ma soprattutto di quelle caratteriali, capaci di far affrontare tutti uniti qualsiasi difficoltà.

In ultimo, un quadro dirigenziale preciso e assolutamente non interpretabile, che renda chiara la linea di comando.

Per troppo anni, infatti, ci sarebbe stato caos attorno alla necessità di prendere decisioni in maniera rapida e decisa.

Questi sarebbero i punti cardine da cui ripartire e per rendere appetibile la società non solo per Simeone, ma in generale per qualsiasi allenatore di alto livello.