Aspre critiche dell’ex allenatore interista
Corrado Orrico, ex allenatore ed attuale commentatore televisivo, fa il punto della situazione sul momento difficile dei nerazzurri. L’allenatore esonerato da Pellegrini nella sciagurata stagione 1991-92 in cui i nerazzurri ottennero un deludente ottavo posto, commentando la situazione attuale su “Gazzamercato” non risparmia critiche alla società e ai giocatori, assolvendo Stefano Pioli:
Stefano Pioli capro espiatorio del baratro nerazzurro?
“Pioli l’hanno abbandonato e distrutto, negli ultimi tempi faceva tenerezza per lui sarà stata una liberazione l’esonero. Ha pagato il meno colpevole, il problema è che lui si è sempre sentito un precario in quanto fin dall’inizio si facevano largo i nomi dei suoi successori per la prossima stagione e questo lo ha destituito agli occhi dei suoi calciatori e di tutto l’ambiente. Così facendo hanno distrutto la squadra e conseguentemente sono crollati i risultati, non lo hanno sostenuto e questo è vergognoso. L’allenatore, piaccia o non piaccia, è un’icona nello spogliatoio e come tale deve essere difeso”.
Chi è il principale indiziato?
“Non conosco bene la situazione odierna intrinseca alla società. Mi basta però vedere che si sono mangiati tre grandi allenatori come Mancini, de Boer e Pioli per capire quanto siano nel marasma più completo e siano un branco di prime donne menefreghiste. Quando faranno autocritica tutti? Dov’è Thoir che lasciò solo Mancini per poi mandarlo via scegliendo de Boer? La società è la principale colpevole insieme ai giocatori. Per ripartire bisogna radere al suolo tutto e ricostruire con una comunione d’intenti fra società, allenatore e giocatori altrimenti sarà tutto inutile e il virus si riformerà”.
L’Inter quindi è “tra color che son sospesi…”
“L’Inter ha un male oscuro interno inspiegabile, per questo negli anni non ha mai avuto continuità di rendimento. Solo Moratti con il suo grande attaccamento è riuscito a sovrastarlo, negli ultimi anni, comprando sempre i giocatori migliori e mettendoli a disposizione del pragmatismo e delle grandissime capacità di Mourinho “il dittatore”. Un uomo che è riuscito a rendere utile anche Pandev che è un giocatore da serie B”.
Manca attaccamento ai colori?
“Mancano le palle. Con questa incapacità nella gestione hanno svilito giocatori di livello come Joao Mario e Icardi. Perché non dimentichiamoci che la squadra, per diverso tempo, ha giocato un ottimo calcio, ma alla lunga, non dando completa fiducia all’allenatore e preferendo puntare su profili mediatici, hanno distrutto l’ottimo lavoro di Pioli. Le partite si vincono con carattere e con la voglia di lottare insieme come il Chelsea e la Juventus e questo l’Inter non ce l’ha”.
Ausilio e Sabatini potranno coesistere?
“Non so…comunque Sabatini ha bisogno di forza, sostegno e salute per rifondare una situazione tanto disastrata. Lui riporterà l’Inter dove merita perché è esperto ed è un fine conoscitore di calcio a livello mondiale, farà una squadra forte! Credo che sulla panchina dei nerazzurri porterà Spalletti con cui a Roma, anche se per poco, ha lavorato bene e con affinità. Non mi stupirei anche se portasse a Milano un tecnico giovane, magari poco conosciuto ma competente. Nutro molta fiducia in Sabatini perché sa uscire dall’ipocrisia e dalla diplomazia sorda che induce a comprare certi tipi di calciatori solo per far colpo sul pubblico e i media. Inoltre, se fatto lavorare in pace, sa costruire società solide con allenatori e giocatori di spessore”.
Immaginiamo Orrico demiurgo nerazzurro, da dove partirebbe la rivoluzione?
“Terrei quei pochi che hanno dimostrato professionalità e attaccamento, fuori gli ipocriti e i perbenisti. Ad esempio Handanovic è un ottimo portiere e deve rimanere, così come Joao Mario, Gagliardini, Brozovic e anche Murillo che è stato ingiustamente distrutto pur essendo forte. Via quel ballerino di flamenco di Kondogbia che non è adatto al campionato italiano, ha paura pure a giocare la palla in verticale… Bisogna rendere l’Inter una squadra più italiana perché ci sono giovani importanti e che meritano”.
Non è la prima volta che Orrico esprime pesanti critiche alla sua ex-squadra, molto spesso sopra le righe (ricordiamo un davvero poco elegante epiteto di “nano” affibbiato a Medel). Il tecnico toscano all’epoca doveva essere la risposta nerazzurra ad Arrigo Sacchi, ma fu protagonista di una stagione completamente fallimentare nonostante avesse in squadra campioni del calibro di Zenga, Matthaeus, Brehme, Klinsmann, Dino Baggio, Desideri, Berti, Ferri e Bergomi. Di lui si ricorda la strampalata idea di voler riproporre il metodo WM poi abbandonata dopo i primi risultati negativi e la famosa “gabbia” rimasta ad Appiano come reperto archeologico.