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Inter-Sassuolo: racconto di una storia ormai nota

Inter-Sassuolo : il racconto della gara

 

Inter-Sassuolo, gara di oggi delle 12, 30, è iniziata, come ampiamente annunciato, nel segno della contestazione da parte della Curva Nord, stanca di quanto sta accadendo nella stagione in corso, sia in termini di risultati che di gestione societaria.

Ed è proprio il settore dedicato ai sostenitori nerazzurri a catturare l’attenzione nel pre-gara.

I tifosi dicono la loro, tramite numerosi striscioni, su molteplici questioni, iniziando da quella che è una chiara sintesi dell’annata interista: “Stagione 2016/17: stendiamo un velo pietoso”.

A questo segue un consiglio a Jindong Zhang: “Mr. Zhang: quando il gatto manca i topi ballano” (dal primo anello verde”. Poi, sempre rivolto al patron: “Zhang: qualcuno ci ha dimostrato che spendendo milioni e milioni si possono fare pesanti figure di merda”. E poi ancora “Società: buttare per buttare i milioni.. fate giocare la Primavera, non questi buffoni”.

Dopo i duri pensieri espressi arriva il saluto a Stefano Pioli, da poco esonerato, ma ritenuto dagli esponenti nella Nord il meno responsabile della situazione attuale. L’ex tecnico viene infatti così omaggiato:”Grazie mister Pioli! Unico ‘attore’ interista in mezzo ad una squadra di indegni e a una società di comparse. A ciò fanno eco diversi cori che recitano “noi vogliamo Stefano Pioli”.

Infine i tifosi abbandonano gli spalti con uno striscione finale: “Visto che il nostro sostegno non ve lo potete meritare oggi vi salutiamo e andiamo a mangiare”.

Per quanto riguarda il campo l’attenzione invece è rivolta a Stefano Vecchi, alla terza gara da allenatore della prima squadra dopo Southampton e Crotone.

Nella formazione iniziale non ci sono grosse sorprese. Murillo prende il posto di Medel al fianco di Andreolli, e il centrocampo è a tre con Gagliardini, Joao Mario e Brozovic. In attacco il tridente Icardi, Perisic, Candreva.

Una delle curiosità principale risiedeva nel vedere se il cambio in panchina avesse sortito i risultati aspettati, soprattutto per quanto concerne l’atteggiamento dell’Inter, apparsa fragile, svogliata e molle nelle ultime gare.

E i primi minuti danno subito una risposta in questo senso: l’Inter parte forte, soprattutto con gli esterni.  Nei primi 5 minuti prima Perisic mette in area un pericoloso cross che per poco non viene impattato da D’ambrosio, poi due palle di Candreva vengono raccolti proprio dal giocatore croato, che per poco non trova la porta.

In generale l’atteggiamento sembra giusto, molteplici sono i palloni recuperati, complice lo schieramento in linea dei tre di centrocampo, con Joao Mario che gioca più basso rispetto alla trequarti.

Al 15′ è Andreolli a colpire di testa su calcio d’angolo, ma per la prima vera occasione bisogna aspettare il minuto 19, dove Icardi viene servito direttamente dalla difesa, manca l’aggancio che gli avrebbe consentito di restare a tu per tu con il portiere, ma recupera, salta un difensore e calcia da fuori: Consigli respinge in calcio d’angolo.

Poi da un cross in area Icardi colpisce di testa un palo al termine di una confusa azione offensiva.

La sensazione è quella di una certa solidità da parte dei nerazzurri, che non rischiano praticamente nulla. In attacco invece, nonostante l’atteggiamento molto propositivo, non sembra esserci una vera e propria pericolosità da parte dell’Inter. Aggressiva ma sterile insomma.

E tutto questo fino al 36′, minuto in cui va in scena il solito film, visto, rivisto e stravisto. Murillo perde clamorosamente un pallone a centrocampo, lasciando Sensi in campo aperto con il sostegno di due compagni e l’opposizione di soli due difensori nerazzurri.

Le premesse non ammettono sorprese sull’esito dell’azione: Sensi serve Berardi che appoggia di prima a Iemmello, che colpisce dal limite dell’area e batte il portiere nerazzurro: uno a zero e ennesima dimostrazione di come ogni errore commesso venga pagato a caro prezzo.

E a questo risulta immediatamente evidente che l’atteggiamento positivo visto fino a quel momento fosse una mera ostentazione, che nascondeva in realtà la solita fragilità a livello mentale.

L’Inter si sfalda, perde coesione e spariscono le iniziative in fase offensiva. Tutto questo contornato dai fischi dei tifosi, ormai esausti. Vecchi è costretto a riprendere diversi giocatori, che mostrano il solito sguardo spento, come se si fossero già arresi e dati per vinti. In campo si fa evidente la mancanza di un trascinatore.

La nota positiva (paradossalmente) è data dal fatto che il gol del Sassuolo viene segnato a ridosso del fischio finale della prima parte di gara. Gli emiliani stavano infatti salendo in cattedra dopo il vantaggio,  e una spaesata Inter rischiava di subire la seconda marcatura (almeno tre le iniziative pericolose degli avversari).

La ripresa inizia con un doppio ambio: Eder per Joao Mario, Ansaldi per Nagatomo e un 4-2-4 super offensivo per provare a ribaltare il risultato.

Anche nella seconda frazione la parte iniziale regala l’illusione: proprio il neo-entrato Eder viene lanciato e si ritrova da solo davanti al portiere, che riesce a respingereil tiro dell’attaccante interista.

Ebbene si, illusione. Perchè il Sassuolo poi riparte, Lirola entra in area, serve Iemmello, che alla prima gara da titolare a San Siro mette a segno una doppietta.

Continua il crollo mentale. Perisic, il migliore nel primo tempo, le sbaglia tutte, i cross di Candreva finiscono tutti nelle braccia di Consigli (errori sottolineati dai fischi per l’esterno italiano), il Sassuolo attacca e si rende pericoloso.

L’unico tra le fila interiste che sembra mostrare la voglia di lottare è Eder, che diventa quel trascinatore che era mancato fino a quel punto, fino ad essere premiato con il gol.

Ma prima di raccontare la rete c’è un evento forte e degno di nota, che cattura immediatamente l’attenzione.

Al 23′ minuto dagli spalti parte un coro chiaro, indistinto e che manifesta in maniera inequivocabile il pensiero dei tifosi: il nome di Gabigol viene urlato a squarciagola da tutti i presenti, regalando una forte impressione che racconta molto di come i tifosi stiano vivendo il momento.

E come detto questo accade proprio quando Eder raccoglie un pallone in area sugli sviluppi di un corner e fa partire un diagonale dal vertice alto dell’area di rigore, che batte Consigli.

2 a 1 e l’Inter  riprende l’entusiasmo, attacca a testa bassa e gli spettatori sembrano abbandonare l’atteggiamento critico per sostenere l’assedio nerazzurro.

Al 78′ finalmente Vecchi regala ai tifosi la gioia che non hanno mai smesso di invocare e fa entrare Gabigol.

Ogni pallone toccato dal brasiliano viene accompagnato dall’entusiasmo della tifoseria.

L’Inter ci prova, attacca, ha una buona occasione con Perisic, che non trova la porta su colpo di testa, ma si espone anche al contropiede del Sassuolo (passato alla difesa a  5 nel frattempo) che trova una buona occasione con Defrel, ma Handanovic tiene  galla la sqaudra nerazzurra.

Le buone intenzioni tuttavia non portano, ancora, a nessun risultato. Il quarto dei minuti di recupero concessi dall’arbitro scade, e l’Inter non riesce a evitare la quarta sconfitta consecutiva e seconda in casa.

L’inizio era sembrato positivo, ma il primo gol (arrivato in un momento migliore per l’Inter) ha tolto ogni certezza alla squadra, crollata alla prima difficoltà e che ha provato dopo il 2 a 1 a riprendere la gara, affidandosi però solo alle iniziative dei singoli e ad un gioco fondamentalmente anarchico.

Non sono mancate le occasioni da gol, molti i calci d’angolo battuti, ma l’Inter sce per l’ennesima volta sconfitta.

La scossa voluta dalla società con l’esonero di Pioli chiaramente non c’è stata, e la squadra da la sensazione di essere allo sbando, svogliata ed emotivamente fragile.

L a testa probabilmente è già alla prossima stagione, dove è noto che molti dei giocatori attuali non ci saranno. Come ci si può aspettare voglia di lottare in queste condizioni?