Carrera, ex vice di Conte, parla del possibile addio al Chelsea
Quella che doveva essere una tosta trattativa si sta trasformando in un giallo a puntate. C’è da ammetterlo. Quando si parla di Conte-Inter le cose cambiano nel corso di una notte. Ieri prolungava le sue nozze col Chelsea, oggi è ad un passo da Milano. Sta cercando casa. Si, ma solo per le vacanze. Vuole la Champions, ma la famiglia… Notizie confermate, rumors, allusioni, verità celate da conferenze sibilline.
Ma facciamo un po’ di chiarezza: nonostante tutto ciò che si possa dire, c’è da mettersi il cuore in pace; l’ufficialità – positiva o negativa – arriverà solo dopo la finale di FA Cup del 27 Maggio. Antonio Conte ha provveduto a rilasciare smentite che più di rito proprio non si può:” Non posso dire niente “. Ovvio che durante la festa scudetto a Stamford Bridge non ci si potesse aspettare di certo una dichiarazione d’amore a Suning.
Procediamo per gradi.
Nei giorni scorsi l’immagine su Twitter con lo stemma del Chelsea e le sue parole al miele avevano scosso tutti quelli che parevano certi di un suo approdo a Milano. Niente. Speranze ridotte ad un lumicino. Funebre.
A ridare vigore alla fiamma ci pensa il suo vice ai tempi della Juve – ora fresco campione di Russia con lo Spartak Mosca – Massimo Carrera. “Antonio è grande abbastanza per qualsiasi soluzione lui scelga“. “Difficile che Abramovich lo lasci andare, con una Champions League da giocarsi“. Parole di appena una settimana fa. Parole che dicono altro. E il pianto della moglie (mai trasferitasi a Londra con famiglia) al termine di Chelsea-Watford di ieri, lascia un briciolo di speranza che tutte queste non siano solo misere speculazioni di mercato.
Siamo solo a metà Maggio, si aprono le danze e con esse le audizioni. E’ triste chiamarlo così, ma tutto ciò sta prendendo i contorni di un reality show. Con tanto di nomination, eliminazioni, aggiornamenti. Non sarebbe necessario un televoto per sapere che Antonio Conte sarebbe il candidato preferito da tutti.
Waiting for Antó (sperando che la vicenda non segua l’opera teatrale)