Inter Story | 16 maggio 2010 : le “mutande” dello scudetto

Siena, il giorno dello scudetto

Inter Story | Le cronache dell’epoca riportano di una citta che si sveglia sonnacchiosa e tranquilla la domenica mattina del 16 maggio 2010.
Siena  a quell’epoca era  una città  benestante ; la crisi del  Monte dei Paschi non era ancora esplosa in tutta la sua drammaticità.
“Giornata calda e languida come gli occhi di Ornella Muti” avrebbe chiosato Sandro Ciotti iniziando la sua radiocronaca a “Tutto il calcio”.

In effetti era afoso per essere maggio ma una pioggerella fastidiosa sciacquava le antiche strade intorno a piazza del Campo. I tifosi interisti arrivavano a frotte come le cavallette; minuto dopo minuto sciarpe e bandiere nerazzurre prendevano il posto dei colori del Palio.
Mi colpi un tifoso di media eta’ che passeggiava con un gruppetto di amici per il centro di Siena in attesa della partita.

Mentre tutti avevano un abbigliamento adatto al caldo primaverile, lui girava intabarrato in un piumino invernale lungo fino alle ginocchia e pantaloni evidentemente invernali.
Quando lo vidi entrare in un bar, la curiosità ebbe il sopravvento.

Lo seguii, ordinai il mio caffè vicino a lui

Buttai li due parole sullo scudetto che stava arrivando e poi gli chiesi se non avesse caldo cosi agghindato.
Mi fa un caldo della Madonna. Ma vestito cosi ho  visto in questi mesi l’Inter vincere a Londra coi blues, a milano coi russi e col Barca, col Chievo e con la Lazio, la finale di coppa con la Roma. Figuriamoci se cambio qualcosa!

Ho perfino le stesse mutande, mi confesso’ e la settimana prossima lavo tutto per andare a Madrid! Nel pomeriggio, all’inizio della partita che avrebbe aperto la strada del triplete, usci un sole intenso come la tensione dei tifosi.

Al gol del principe Milito cercai quel tifoso con lo sguardo nelle tribune. Non lo trovai.
Anche le sue mutande, in quei minuti stavano saltando sotto i pantaloni di velluto, intonando “siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi”.

E chissà a Madrid che sudata di caldo e di felicità

Non mi stupirebbe sapere che quel signore conserva quell’indumento intimo in una teca a casa sua, come una reliquia.