Volata a sorpresa?
La panchina nerazzurra offre argomenti in quantità industriali, sia per gli eventi appena accaduti che per quelli futuri. Ma nello sport come nella vita occorre tenere memoria del passato.
Gli appassionati delle due ruote di una certa età ricordano che il compianto Adriano De Zan realizzò uno dei suoi capolavori cronistici commentando i mondiali di ciclismo su strada a Gap nel 1972.
Franco Bitossi era solo a 200 metri dal traguardo ma evidentemente non ne aveva più; barcollava sul rettilineo finale ed il gruppo dietro di lui rientrava a velocità folle.
“Bitossi, Bitossi, Franco Bitossi….” De Zan sembrava quasi volesse spingerlo con le sue urla nel microfono; risentirlo su You Tube è ancora emozionante.
“Bitossi a 100 metri ancora Bitossi, Bitossi….rinviene Basso, primo Basso secondo Bitossi”; Marino Basso con l’ultimo colpo di reni era riuscito a mettere la sua ruota davanti a quella di Bitossi ormai scoppiato.
Potrebbe essere simile la radiocronaca della volata per la panchina nerazzurra.
“Conte, Spalletti, Conte, Conte, Simeone, Spalletti”…… urlerebbe un novello De Zan…”Conte Spalletti…..primo….”.
Primo chi?
Primo Luis Enrique!
Ma se non ne parla nessuno, ma va, diranno in molti.
Eppure ci sono tanti segnali che portano in questa direzione.
Luis Enrique, i quattro indizi precisi
Primo fra tutti proprio il fatto che non ne parli nessuno.
Suning avrà molte responsabilità nella incredibile situazione attuale dell’Inter, ma il mondo degli affari è l’acqua in cui la papera (cinese) galleggia da sempre, direbbe Crozza/Bersani.
E in quell’ambiente gli affari importanti si conoscono dopo le firme, mai prima; mai dare un segnale alla concorrenza del reale obbiettivo su cui si sta puntando, anzi, più ipotesi per fuorviare si mettono in giro, meglio è.
In secondo luogo il profilo giusto.
Giovane ma già esperto di mille battaglie internazionali, un triplete e diversi altri titoli nel palmares, tosto al punto giusto da poter gestire un ambientino come lo spogliatoio nerazzurro, conoscitore per esperienza diretta di qualche anno fa del calcio italiano.
Scusate se è poco.
Terzo: Sabatini. Fu lui a volerlo a Roma sei anni fa, dalla cantera del Barca. Era alla prima esperienza in una prima squadra di livello internazionale.
Non gli andò benissimo, arrivò settimo. Ma da vero“hombre vertical” rinunciò ad un anno di contratto e lasciò la capitale infamato e deriso dai tifosi giallorossi
Forse molti se ne pentono ancora. Di certo il rapporto con il nuovo responsabile del settore tecnico delle squadre Suning non si è mai interrotto, i due si stimano e lavorare di nuovo insieme potrebbe essere una ipotesi suggestiva per entrambi.
Quarto: l’ingaggio. In un articolo di Sport Mediaset di un paio di anni fa, Lucho figurava al 15mo posto nella graduatoria dei mister più pagati.
5,5 milioni di euro il suo stipendio, a fronte dei 18 di Mourinho e dei 15 e passa di Ancelotti.
Diamo per scontato che nel frattempo siano diventati 6/7 ma siamo sempre ben lontani dal dissanguamento per Conte di cui tanti hanno parlato in questi giorni.
Indizi o prove?
Quattro indizi fanno una prova?
Rispondiamo con un’altra domanda: qualcuno può indicare quattro indizi così concreti in ciascuno degli altri profili accostati alla panchina dell’Inter in queste ultime settimane?
Non sappiamo se la Snai ha quotato Luis Enrique in nerazzurro, ma di certo potrebbe non essere una scommessa poi tanto azzardata.