Ausilio Inter: niente di imprevedibile. Ma adesso a chi tocca rimettere a posto?
Ausilio Inter: storia di una relazione tormentata e giunta al termine, come era prevedibile succedesse.
Il Ds è esploso in maniera solenne nei confronti di diverse figure. Troppi anni di bocconi amari forse, che lo avrebbero portato oggi ad assumere questo tono di fronte ai microfoni.
Per alcuni si tratterebbe di una sorpresa. Per gli addetti ai lavori invece, di una tragedia annunciata.
Una stagione così caotica, non la si era mai vista dalle parti di Appiano. Una confusione osservabile perfettamente anche in campo.
Le ultime sconfitte sarebbero state infatti, lo specchio della totale assenza di programmazione e pianificazione.
Ognuno per fatti suoi, senza una linea guida o uno scopo comune. Troppe ombre, avrebbero gestito l’Inter e le sue intenzioni.
Ma come si poteva pensare che ci fosse qualcosa di sano, in una società capace di vincere tutto e poi sparire nel nulla ?
Obbiettivamente, non lo si sarebbe dovuto fare. Perciò, per quale motivo ad oggi, ci si dovrebbe stupire di una reazione incontrollata di Ausilio?
Lui che da quest’anno sarebbe diventato il parafulmine societario di ogni prepartita? Eppure, nonostante avesse pubblicamente fatto sapere di non gradire interviste, sarebbe stato ripresentato fino all’ultimo.
Come a Genova, dove avrebbe dato fiducia a Pioli, per poi essere prontamente smentito con la comunicazione dell’esonero.
Ma ancora prima, come la situazione estiva legata al mercato. Gabigol o non Gabigol ? Come se fosse stato imposto.
E allora, perché continuare un rapporto lavorativo, con la consapevolezza di non essere adeguatamente ascoltati ?
Domande che forse non troveranno risposta, ma che sottolineano come l’arrivo di Suning, avrebbe dato il via a una nuova era.
Non è chiaro in che direzione, ma sicuramente verso qualcosa di mai visto.
Solo un’ultima domanda. Perché uscire allo scoperto oggi e non prima? Perché prendersi le responsabilità degli ultimi sette anni di disfatte e non aver mostrato prima un po’ di orgoglio?
Chi mette a posto adesso
Anche qui domanda da un milione di dollari. Non può essere comunque, che la proprietà possa non aver previsto una via di fuga.
Va da se che Sabatini avrebbe il polso per gestire la situazione. La sua nomina come super manager, sarebbe già una risposta. Lo conferma il fatto che sembra sia già in arrivo in Italia per sistemare la situazione.
Mettere a posto, si presume, non significherà però solo licenziare. Vorrà dire assolutamente rifondare con logica e decisione.
Sicuramente, una volta tanto, ci sarebbe da studiare dal modello dell’acerrima nemica Juventus, capace di risorgere dalle sue stesse ceneri.
È vero. Mai in B, ma forse peggio della retrocessione sarebbe solo continuare a guardare il campionato da spettatore con una rosa dagli alti valori assoluti.
Sarebbe ora quindi, che la società mettesse di fronte all’interesse del singolo, quello collettivo.
Stop ai pensieri da individualista. Bisognerebbe nuovamente instillare lo spirito di squadra che Ausilio stesso avrebbe sottolineato che mancherebbe.
Il popolo interista esigerebbe risposte chiare ed immediate. Prossimamente si saprà tutto, ma per ora servirà calma e sangue freddo. Quello che, per giusta causa o meno, sarebbero proprio mancati ad Ausilio.