Home » Panchina Inter: squadra senza appeal o scelta d’orgoglio?

Panchina Inter: squadra senza appeal o scelta d’orgoglio?

Panchina Inter: dell’intervista di Conte alla necessità di avere un’alternativa

Panchina Inter: l’intervista di Conte, sembrerebbe aver chiuso definitivamente il discorso su un suo possibile trasferimento a Milano.

Un corteggiamento serrato che alla fine non avrebbe sortito il fine sperato.

La vittoria in Premier e la finale di Fa cup, sono sicuramente il frutto del suo straordinario lavoro.

Sono anche il motivo principale, per cui potrebbe aver deciso di rifiutare o semplicemente rimandare, il contratto di Suning.

Troppa confusione, troppo clamore mediatico senza possibilità di uscirne. Troppa pressione sui giocatori e sul campo, che ormai sarebbero diventati i capri espiatori di una gestione pessima.

Almeno fino ad oggi. L’arrivo di Sabatini potrebbe aver dato la svolta necessaria, a dare un po’ di ego e decisione.

L‘Inter, non si rifiuta. Almeno non la si rifiutava fino a qualche anno fa. Oggi purtroppo, lo dicono i fatti, il semplice blasone non sembrerebbe bastare.

Senza partecipazione in Champions  o Europa League, ormai sarebbe diventato impossibile attrarre attenzioni.

Spalletti, ammesso che verrà, potrebbe essere intesa come un ripiego. Come la seconda scelta.

Per altri invece, rappresenterebbe l’orgoglio nerazzurro pronto a rinascere. Chi non vuole venire, non verrà aspettato oltre il ragionevole tempo necessario a valutare la proposta.

La realtà in ogni caso fino ad oggi, non sarebbe all’altezza delle aspettative create da Zhang.

…ancora nomi per i tifosi nerazzurri…

Circolerebbero molti altri nomi altisonanti nell’ambiente Inter, ma con il dubbio atroce che potrebbero rimanere solo dei sogni.

La bomba di Criscitiello di ieri sera, per esempio, darebbe per fatto Pepe e James Rodriguez.

Ma dopo il martellamento mediatico su Conte, e il no ottenuto, si sarebbe in parte spento l’entusiasmo dei tifosi.

Solo i fatti potrebbero fargli cambiare idea. Puntare obbiettivi troppo complessi, allontanerebbe ancor di più il popolo dalla sua squadra.

Ma un obbiettivo modesto, sarebbe una sconfitta già in partenza. Niente dichiarazioni, per intendersi, come Nagatomo qualche anno fa che all’inizio del campionato aveva detto ” ….puntiamo al terzo posto….”.

Non per addossare colpe a un singolo giocatore, ma per dire che comunque ciò che non andrebbe bene, proverebbe dall’Inter stessa.

Per quanto possa solo esser considerato un gioco, allo stesso tempo gli interisti si aspettano che non sia trattato tutto solo come un lavoro.

Troppo distacco o troppa frenesia non sarebbero salutari. Ci vorrebbe il giusto connubio delle parti, per tornare ad essere semplicemente l’Inter.

Il prossimo anno dovrà essere necessariamente l’anno dei fatti. L’anno che gli interisti si augurano che possa realmente rinascere la sua squadra del cuore.