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L’addio di Totti, l’ultima bandiera. Da oggi siamo tutti più soli

L’addio di Francesco Totti: siamo tutti più soli. E’ una cosa che, sapevamo, sarebbe arrivata. Ma tutti speravamo che il sole non sorgesse mai su quel giorno. Invece: eccoci qui. Da lunedì il calcio italiano non sarà più lo stesso. Verrà ammainata l’ultima bandiera. Perché Totti non è una semplice bandiera della Roma, è l’ultima bandiera dei romantici. E’ la bandiera di chi crede che, un giorno, tornerà a giocare Juan Román Riquelme. Di chi sarà sempre innamorato del sinistro di Recoba. Di chi è diventato interista per la cavalcata di Nicola Berti a Monaco di Baviera.

Indice dei contenuti

1 L’addio di Totti e la Ferrari…1.1 Totti è la nostra infanzia, che da oggi fugge va in archivio1.1.1 Totti è l’emozione dei vent’anni, che da oggi vanno in archivio1.1.1.1 Dopo Baggio c’è solo Totti1.1.1.1.0.1 E adesso?L’addio di Totti e la Ferrari…

Per uno strano scherzo del destino, inizio a scrivere di Francesco Totti quando la Ferrari, dopo 16 anni, torna in pole-position a Montecarlo. Ecco. Totti sta al calcio come la Ferrari sta all’automobilismo. Meglio ancora: Totti e la Ferrari sono compagni nel viaggio delle nostre vite. Da quando i miei ricordi sono a colori, Totti e la Ferrari ci sono sempre stati. Sono le (mie) certezze. Perché, da piccolo, volevo fare il calciatore. E, mentre giocavo nel cortile dei nonni, ricordo che quel ragazzino esordiva. Era il 28 marzo 1993. Per uno strano scherzo del destino, un anno dopo, il più grande pilota se ne andava per sempre. Era il maggio del 1994. Ci rimasi malissimo. Perché tifavo (e tifo) Ferrari. E Ayrton Senna e la Ferrari sono ancora oggi la principessa e il principe che, presto o tardi, si sposeranno.

Totti è la nostra infanzia, che da oggi fugge va in archivio

Ricordo la semifinale contro l’Olanda dell’Europeo del 2000. La partita la sto guardando insieme a mio nonno. E’ una partita assurda. L’Italia resiste, resiste e resiste ancora. Poi, ai calci di rigore, un intero Paese è stremato. Un ragazzino va sul dischetto. Tira il penalty con una leggerezza da brividi. Quel rigore sarà sempre il simbolo dell’infanzia. L’infanzia che si porta dietro la leggerezza. La stessa leggerezza che, a volte, dovremmo oggi che siamo cresciuti. Quell’Europeo, per colpa di Wiltord, non lo vinciamo. Ma quell’Europeo verrà ricordato sempre per il rigore di Totti e le parate di Toldo.

Totti è l’emozione dei vent’anni, che da oggi vanno in archivio

Ricordo l’ottavo di finale contro l’Australia al Mondiale del 2006. La partita la sto guardando in un bar. E’ una partita strana. L’Italia è in 10. Manca poco. Esco a fumare una sigaretta. Nel bar c’è un boato. E’ rigore. Mi viene in mente l’immagine di 6 anni prima. Mio nonno non c’è più. Guardo in alto oltre l’azzurro del cielo. Poi la Tv. C’è di nuovo Totti. Gol. Ho vent’anni. Quel rigore dà ufficialmente il via all’estate più bella della mia vita. Vinciamo il Mondiale. Anche la mia generazione ha la sua Spagna ’82. Grazie a Totti. Perché ci vuole un grande gruppo, un grande allenatore ma ci vuole anche un fuoriclasse. Un fuoriclasse che nel momento decisivo calcia un rigore all’incrocio dei pali.

Dopo Baggio c’è solo Totti

Totti è un fuoriclasse, dicevo. Il più grande di sempre, in Italia, dopo Roberto Baggio. Certo, il record di gol è del venerabile Silvio Piola. E per uno di Vercelli, come me, Piola è un semi-Dio. Però Silvio Piola, almeno per me, si deve accontentare del terzo posto. Perché Baggio non si discute, ma si ama. E perché dopo Baggio, c’è Totti. Nella sua capacità di segnare a tutti e in tutte le occasioni.

E adesso?

Saremo tutti un po’ più soli. Lunedì realizzerete che quel ragazzo è diventato uomo. E l’uomo è sceso dal palcoscenico del calcio e delle nostre vite. Per noi nati negli Ottanta, una generazione che sta andando in panchina, ci rimane pochissimo dell’infanzia. E’ rossa. E’ rossa, elegante. E’ rossa, elegante ed è tornata ad andare forte. Non è così?