Sono un interista felice, orgoglioso di essere ancora l’unico…

“E alla fine Massimiliano Allegri è andato verso il suo popolo: braccia alzate, lacrime agli occhi. Quel muro di juventini che arrivava al cielo era un impasto di padri, che avevano visto la vittoria di Roma, e di figli che avevano ascoltato quei racconti dove, sì, anche la Juventus vinceva la Champions…”

Ciao.
Sono un interista felice e, prendendo in prestito lo straordinario, unico, meraviglioso attacco di Luigi Garlando della Gazzetta dello Sport del 23 maggio 2010 dopo la nostra vittoria in Champions, sono qui per dirvi tre cose: con simpatia, ovviamente.

La prima. Sono 4 di fila che perdete.

La seconda. Anche quest’anno la Champions la vincete l’anno prossimo.

La terza. L’Inter resta l’unica squadra italiana ad aver fatto il Triplete.

Ah, questa sera non valgono i discorsi “sono sette anni che vincete niente” o “stiamo per vincere il sesto Scudetto consecutivo e voi siete fuori da tutto” perché stasera noi gufi possiamo volare liberi e felici nel cielo che, neanche a dirlo, dalle mie parti in Val Padana, è colorato di nero e di azzurro.

Voliamo liberi dall’incubo che potevate eguagliare il nostro Triplete: francamente stavo già progettando una fuga in Messico, volevo andare nel Pacifico ma dicono che non tiri proprio una bella aria. E voliamo felici perché in Champions restiamo più vincenti di voi. C’est la vie. Brutta, antipatica, ingiusta ma c’est la vie.

Niente favole, questa sera. Ha vinto Capitan Uncino, ha perso Peter Pan. Cenerentola è rimasta zitella, la strega cattiva è in partenza per la luna di miele con il principe azzurro. E’ tutto molto bello, ma soprattutto tutto molto vero.

Chiudiamo quindi, ancora una volta, parafrasando l’articolo del 23 maggio 2010 della miglior penna sportiva italiana, Luigi Garlando. “Può piangere a dirotto e fare l’inchino al suo (ormai) vecchio pubblico, che l’acclama e già lo rimpiange. Cambierà teatro, mai copione. Quel muro di interisti alto fino al cielo non lo dimenticherà mai”. Perché passando da Barcellona, in Champions League si possono scrivere le favole.

Ma solo se ti chiami José Mário dos Santos Mourinho Félix e guidi l’invicibile Armada con le giubbe colorate di nero e azzurro.