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Javier Zanetti : il suo ruolo sta diventando un problema per l’Inter?

Indice dei contenuti

1 Zanetti spera con i tifosi1.1 Il ruolo di Vice Presidente1.1.1 Zanetti in campo e alla scrivania: diversità profonde1.1.1.1 O si cresce o si mollaZanetti spera con i tifosi

Ai microfoni di Inter Channel, il Vice Presidente Javier Zanetti ha salutato i tifosi presenti ad un raduno di Inter Club con queste parole:
E’sempre una grande emozione.
Non mi stancherò mai di dire che il tifoso interista è unico e con me lo ha dimostrato sempre da quando sono arrivato qui in Italia.
Credo che non avrò il tempo per ringraziare per tutto questo affetto.
Mi auguro, per loro soprattutto, che l’Inter torni a vincere tutto quello che loro meritano
.”
Le parole di Javier sono come sempre calorose e piene d’affetto per la gente nerazzurra.
Ma quel “mi auguro che l’Inter torni a vincere tutto quello che loro meritano” lascia di stucco.

Il ruolo di Vice Presidente

Chiediamoci che reazioni avrebbero i soci della Fiat e gli stakeholder esterni se il vice di Marchionne dicesse in assemblea soci “spero che la Fiat faccia delle gran belle macchine”.
Il dirigente in questione dopo tre giorni si troverebbe una bella busta in mano con i ringraziamenti di John Elkann, qualche migliaio di euro e…andare!
L’affetto che tutti i tifosi nerazzurri hanno per Zanetti è enorme, sconfinato.
Le sue gesta, la sua dedizione, la sua generosità sono scritte in maniera indelebile nei cuori e nei ricordi di tutti.
Affetto e riconoscenza si, ma a tutto c’è un limite!
Zanetti si è ritirato dal calcio a giugno del 2014.
Dal giorno dopo ha iniziato a studiare da dirigente e con l’arrivo di Thoir è diventato Vice Presidente.
Nell’aprile del 2016 lui stesso ha annunciato che il rinnovo del suo contratto prevedeva un rapporto a tempo indeterminato.

Zanetti in campo e alla scrivania: diversità profonde

Certo è che da un Vice Presidente c’è da aspettarsi qualcosa di più che tagli di nastri, partecipazioni ai sorteggi, presenze nei comitati UEFA.
La dimensione enorme di ciò che Zanetti è stato ed ha rappresentato sul campo, merita un’opera dirigenziale di ben altro livello di quella che per ora è riuscito ad esprimere da dirigente.
Almeno da quello che è dato conoscere dagli organi di informazione.
Quello che infastidisce è proprio questo .
Il confronto tra il capitano mai, mai,ma proprio mai banale in campo ed il dirigente sempre ovvio e scontato nelle parole e negli atteggiamenti.

O si cresce o si molla

Nessuno ci parli di mancanza di riconoscenza; solo noi e nessun altro può sapere cosa Zanetti ci ha dato e cosa noi abbiamo dato a lui.
Ma gli affetti ed i sentimenti non fanno quasi mai business.
Non possono regolare la vita di una società chiamata a lottare duramente con competitor sempre più organizzati.
La vita è un treno che viaggia a velocità folle e nel quale tutti i giorni si svolge una lotta col coltello tra i denti per sopravvivere o per emergere.
La realtà è questa, per tutti, nessuno escluso, nemmeno nel calcio.
Dunque o si cresce alla svelta oppure meglio scendere, Javier.