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20 anni fa l’acquisto di Ronaldo, quello vero. Il Fenomeno

Indice dei contenuti

1 20 anni fa l’Inter ufficializzava il Fenomeno, Ronaldo, quello vero1.1 La clausola da 48 miliardi1.2 20 Giugno 19971.3 Il dramma1.4 Il Fenomeno è Leggenda20 anni fa l’Inter ufficializzava il Fenomeno, Ronaldo, quello vero

20 anni fa Ronaldo. Erano gli anni ’90 e il nostro campionato era “il più bello del mondo”. L’allora presidente nerazzurro Massimo Moratti, puntava a vincere tutto con la sua Inter e aveva un chiodo fisso. Si chiamava Luis Nazario de Lima, l’originale: Ronaldo. Il primo, l’unico, quello vero.

La scintilla scattò in Atletico-Barcellona del 13 aprile 1997. In blaugrana c’era quell’attaccante pauroso, quello dei 47 gol in 49 partite.

Il brasiliano seminava il panico nelle difese avversarie e segnava senza sosta. Quella partita finì 5-2, Ronaldo segnò una tripletta. Subito dopo Moratti alzò il telefono per dare il via al colpo del decennio.

La clausola da 48 miliardi

Sul “Fenomeno” c’era una clausola rescissoria (mai utilizzata all’estero) da ben 48 miliardi di lire e nessuna intenzione da parte del club catalano di rinunciare al capocannoniere di quella stagione.

Il Barcellona poteva solo puntare sul “no” del giocatore o su qualche bega legale. Si scelse la seconda strada, anche perché l’Inter nel frattempo aveva già promesso a Ronaldo uno stipendio da 6 miliardi l’anno.

Gli spagnoli chiesero persino l’intervento di Blatter (presidente Fifa), il quale giudicò fuor di dubbio regolare l’affare in corso. A lato del lungo battibecco mediatico, l’Inter aveva già incassato il record di abbonamenti e, forte di un transfer provvisorio, riuscì a chiudere la disputa con un indennizzo a tre miliardi nei confronti dei catalani.

20 Giugno 1997

Il 20 Giugno 1997 l’Inter ufficializzava l’acquisto del più grande attaccante nella storia del club a strisce nerazzurre.

Il brasiliano a Milano trovò l’amore incondizionato dei tifosi nerazzurri e dell’allenatore Gigi Simoni:

“Ronnie era buono, allegro e generoso, lo amavamo tutti. Avevamo un rapporto meraviglioso, solo che era un po’ pigro. Gli dicevo di allenarsi un po’ di più, e lui mi rispondeva: ’Mister, 25 gol mi bastano…’ Mi fregava sempre con queste risposte…”

Ma se il suo allenatore, i suoi compagni e i suoi tifosi lo adoravano, c’era a chi Ronaldo provocava terrore: i difensori avversari, ovvio. Da Maldini a Thuram, da Nesta e Cannavaro, a chiunque veniva chiesto qual era l’attaccante più forte e difficile da marcare, tutti all’unanimità rispondevano Ronaldo.

“Era immarcabile. Al primo controllo ti superava, al secondo ti bruciava, al terzo ti umiliava. Un extraterrestre” (Fabio Cannavaro).

“Metti una pistola nei pantaloncini e, al momento di sparare, prega di essere così veloce da riuscire a prenderlo.” (Billy Costacurta).

“Non ci sarà mai un giocatore migliore di lui” (Zlatan Ibrahimovic).

Il dramma

Nessuno al tempo si sarebbe rifiutato di scommettere su di un futuro radioso e pieno di titoli. Nessuno si sarebbe mai immaginato cosa il destino stesse serbando a lui e a tutti i nerazzurri… l’inarrestabile, fermato da ciò che lo rendeva tale: il suo stesso corpo.

Era il mondiale ’98, Ronaldo perse nella finale con la Francia, preceduta dal misterioso malore, il primo passo verso un tunnel lungo quattro anni. Sulle ginocchia del Fenomeno gravano due centrali nucleari, cosce ipertrofiche, serbatoi di potenza: il segreto della sua eccezionalità atletica.

Il tendine rotuleo, che collega il quadricipite alla tibia, era per lui un ponticello sostenente un traffico da controesodo, il filo che teneva appesa la luna al cielo.

Il 21 novembre 1999, in Inter-Lecce, quel ginocchio subì una torsione innaturale, per colpa di una zolla infame a San Siro. Da lì si susseguirono interventi di ricostruzione e continue “ricadute”, a causa delle quali Ronnie non si riprese mai del tutto. Il Fenomeno non riuscì mai più a tornare forte come prima.

Il Fenomeno è Leggenda

Oggi si può discutere quanto si vuole se Ronaldo sia davanti o dietro a Pelé, Maradona, Cristiano o Messi nella storia del pallone. Di sicuro molte di queste discussioni si fermerebbero di fronte alla domanda : cosa sarebbe stato senza quei maledetti infortuni?

Ma una cosa è certa, inconfutabile e oggettiva: ciò che ha mostrato nei due anni interisti, dal ’97 al ’98, la tecnica e la potenza in velocità, non lo ha mai mostrato nessun essere umano sulla faccia della terra, e forse mai nessun altro ci riuscirà. Il nome del nostro Campione resterà per sempre scolpito nella Leggenda.

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