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Mai nessuno prima di lui così. Mai nessuno come lui, dopo. Vent’anni fa sbarcava a Milano il Fenomeno, l’uomo che ha cambiato la storia recente del calcio.

Riassumere la grandezza di Ronaldo nei numeri sarebbe riduttivo. Perché Ronaldo non è stato un semplice calciatore.

E’ stato un quadro di Botticelli. E’ stato una poesia di Manuel Vázquez Montalbán. E’ stato un assolo di Steve Ray Vaughan. E’ stato, cioè, la perfezione.

Chiunque, fra gli interisti, lo chiami ‘traditore’ lo fa per ripicca. Perché uno così non l’abbiamo più visto. E’ vero: con Milito ed Eto’o abbiamo vinto tutto. Ma è con Ronaldo che abbiamo iniziato a pensare in grande.

E’ stato lui a farci sognare ad occhi aperti, come non facevamo da tempo. Per noi è stato quello che l’Umanesimo è stato per la Storia: rinascita. E’ stata l’uscita dal Medio Evo in cui potevamo sprofondare.

C’è un video che, in questi giorni, ha fatto il giro di internet. E’ una sequenza di difensori umiliati. Non manca nessuno. C’è Cannavaro. C’è Maldini. Ci sono Hierro e Puyol. C’è perfino Sandro Nesta: il più forte di tutti. Ronaldo è stato troppo per il calcio. E siccome gli dèi tormentano chi vedono, la sua carriera si è chiusa presto.

Ma, forse, è stato meglio così.
Negli anni di Inter ha raggiunto vette inarrivabili. Una partita su tutte, forse. Siamo a Mosca. E’ il 14 aprile 1998. Si gioca la semifinale di ritorno fra Spartak Mosca e Inter. Il campo è appesantito dal fango. Ventuno uomini in campo faticano a stoppare il pallone. Uno, no. Javier Zanetti racconta: “Di quel match ricordo il freddo e un campo impraticabile per giocare a calcio. Fango, ghiaccio, ma Ronaldo aveva queste doti per le quali quando partiva non lo prendevi più”.

I russi vanno in vantaggio all’undicesimo. Il pareggio nerazzurro arriva un minuto prima del riposo: Ronaldo si ritrova la palla fra i piedi. Dopo un batti e ribatti insacca.

Il gol vittoria arriva al 79′. Ronaldo riceve la palla a centrocampo su rimessa laterale. Dribbla. Va via di potenza e velocità. Triangola con Zamorano e salta anche il portiere con una finta ubriacante. Poi insacca. Gigi Simoni, al quale il Fenomeno regalerà la maglia della partita, ha detto: “Quell’anno per me è stato il giocatore più forte che ho visto. Ha fatto cose che gli altri facevano ad una velocità più ridotta”. L’Inter, poi, vincerà quella Coppa Uefa in finale contro la Lazio. E Ronaldo segnerà un altro gol… fenomenale.

Ronaldo è stato un sogno ad occhi aperti. Ha rivoluzionato per sempre il modo di fare l’attaccante. E’ stato tutto. E’ stato troppo. Quando non aveva già più le ginocchia, ha trascinato il Brasile a vincere un Mondiale. Quando il fisico era già “troppo”, ha segnato 83 gol in 127 partite con la maglia del Real Madrid.

Vent’anni fa cambiava la storia. Mai nessuno prima di lui così. Mai nessuno come lui, dopo.