Indice dei contenuti
1 Borja Valero sceglie la numero 202 Come tanti comprimari e come un genio3 Recoba genio e anarchia tattica4 Momenti epici e da dimenticare5 Oggi Borja Valero, solo lucidità nel suo calcioBorja Valero sceglie la numero 20
Borja Valero ha scelto la maglia numero nerazzurra numero 20.
In sé non sarebbe una notizia degna di nota.
Ma i nerazzurri più preparati (e anche più attempati) ricordano che quel numero non ha mai portato una gran fortuna a chi l’ha indossato negli anni.
Come tanti comprimari e come un genio
Gilberto, Angloma, Joel Obi, Muntari, Manicone, solo per fare alcuni nomi di “numeri 20” del passato.
Nessuno che abbia fatto battere i cuori nerazzurri (con eccezione di Muntari una domenica sera a S.Siro, per un gol che mise in ginocchio la Juventus).
Ma uno si, un numero 20 che ha infiammato San Siro c’è stato.
Alavaro Recoba, El Chino, uno dei talenti più puri dell’Inter e mai completamente valorizzati, forse dell’intero calcio mondiale.
Recoba genio e anarchia tattica
Recoba fece sognare San Siro fin dalla sua prima apparizione, 31 agosto 2007, la prima di Ronaldo in nerazzurro.
Inter sotto di gol col Brescia.
Simoni lo manda in campo a 20 minuti dalla fine e il guaglione uruguaiano mette a posto le cose con due missili al sette in pochi minuti.
Roba da leccarsi i baffi, gli occhi e quant’altro.
Momenti epici e da dimenticare
Da quel giorno in poi, tanti altri momenti esaltanti, gol epici.
Indimenticabile quello di Empoli da metà campo, ancora di più il 3 a 2 alla Samp con la squadra sotto 0-2 all’88mo.
Scarpini passò alla storia nerazzurra quel giorno con il suo “nulla è impossibile per questa Inter”, e lo deve a Recoba.
Ma altrettanti istanti da dimenticare.
Uno su tutti, il rigore sbagliato contro l’Helsingborg che costò all’Inter di Lippi l’eliminazione dalla Champions.
Un sinistro che suonava musica in campo, sommato ad una grinta non propriamente leonina, una capacità di sacrificio prossima allo zero.
Ma quando giocava il Chino San Siro fremeva, le aspettative volavano, salvo poi spesso posarsi deluse sui gradoni.
Era genio, tanto genio Recoba, ma anche tanta sregolatezza (in campo, sia chiaro).
Era una anarchico del pallone, il suo calcio non prevedeva molte regole, solo l’istinto del genio di cui madre natura lo aveva dotato.
Oggi Borja Valero, solo lucidità nel suo calcio
Oggi la numero 20 nerazzurra va sulle spalle di un giocatore che è quanto di più lontano ci sia nel calcio da Alvaro Recoba.
Borja Valero è la lucidità, la logicità del calcio fatta giocatore.
Non ci sarà da aspettarsi da lui il lampo del genio, ma solo le cose utili, quelle che sembrano facili ma non lo sono.
Quelle meno visibili e meno eccitanti forse per lo spettatore.
Ma poi vai a vedere i dati dopo la gara e ti accorgi la mole di gioco, e che gioco, possa aver fatto uno come Borja.
Ti accorgi quanto e come abbia giocato lui e, soprattutto, quanto le sue giocate abbiano messo i compagni in condizioni di farlo a loro volta al meglio.
E non in una mattonella, come tanti suoi colleghi.
Borja fa le cose utili davanti alla difesa, nella fascia mediana e anche dietro le punte.
E di gente che in campo faccia cose utili, Dio solo sa quanto bisogno abbia l’Inter.