Facchetti -Inter: una vita per i nostri colori
Indice dei contenuti
0.1 Facchetti, il ricordo1 Una vita da interista2 Una vita per l’Inter3 Il salutoFacchetti, il ricordo
Facchetti-Inter: una vita per i nostri colori. Oggi, il capitano, avrebbe compiuto 75 anni. Purtroppo, da quasi undici, è protagonista in un’altra dimensione. Ma cosa ci rimane del ‘Cipe’? I suoi valori. Un tesoro più grande dei 4 Campionati, delle 2 Coppe dei Campioni, delle 2 Coppe Intercontinentali e della Coppa Italia che ha vinto alla guida della Grande Inter di Helenio Herrera.
Una vita da interista
“Ci sono giorni in cui essere interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore“. Questa frase, oggi più che mai, dovrebbe risuonare nelle orecchie dei tifosi. Dopo sette anni di delusioni, sarebbe fin troppo facile lasciarsi andare al pessimismo. Soprattutto durante una sessione di mercato che vede un Milan ‘stellare’. Invece no. Invece, oggi più che mai, è doveroso credere nell’Inter. Lasciamo perdere #InterIsComing, che resta comunque una geniale trovata pubblicitaria, e concentriamoci sul progetto. Cosa avrebbe detto il ‘Cipe’ in questi giorni e di questi giorni? “Vi chiedo di urlare forza Inter con passione, ma senza rabbia“. Ecco cosa avrebbe ripetuto. Nel giorno del suo compleanno riscopriamo la compattezza, la fiducia, la speranza negli uomini che (finalmente) ruotano intorno al mondo colorato di nero e azzurro. Perché non ci deve interessare cosa fanno gli altri, ma cosa facciamo noi. Spalletti, lunedì sera, ha sapientemente commentato: “Non bisogna per forza guardare quello che fanno gli altri. Non è che bisogna correre la mattina alla bottega per vedere quello che c’è in quel momento solo perché tutti stanno comprando lì”.
Una vita per l’Inter
Negli anni più bui della recente storia del calcio italiano, Giacinto Facchetti è stato un punto di riferimento. Disse di lui un Presidente della Repubblica: “Resta di esempio per le nuove generazioni l’attaccamento ai valori di lealtà e di agonismo che hanno fatto di lui un grande campione e manager. Simbolo dello sport italiano, ha saputo dimostrare nel corso della sua lunga carriera non soltanto le doti tecniche di calciatore ma anche la correttezza, la compostezza e la professionalità come dirigente“. Ecco. Restiamo con la schiena dritta, non scendiamo a compromessi. Dal giorno del suo compleanno, ripartiamo dal concetto: “Vincere non è l’unica cosa che conta, è importante come si vince“. Quindi, nuovamente: calma e sangue freddo in vista del futuro. Se Giacinto è arrivato, dove è arrivato è stato perché oltre al talento ha sempre messo dentro la bella parola che si chiama sacrificio. A noi interisti, oggi, tocca semplicemente il sacrificio dell’attesa. E’ uno sforzo che possiamo superare: senza problemi.
Il saluto
Grazie per gli insegnamenti che ci hai lasciato. Ha ragione Gigi Riva quando ti ha ricordato così: “Ho vissuto con Facchetti cento e più partite in azzurro, io attaccante lui capitano. Giorni belli e meno belli ma comunque con una costante: Giacinto era una persona straordinaria, pulita, onesta. Per noi tutti era un esempio, un punto di riferimento costante, era il nostro angelo“. Ha commesso solo un piccolo refuso il più grande centravanti italiano di tutti i tempi: non eri, ma sei ancora fieramente il nostro angelo. Perché gli interisti si riconoscono dallo stile: Noi siamo Giacinto Facchetti. Auguri, quindi, capitano.