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Spalletti, compattezza in campo e nello spogliatoio. Da qui si deve ripartire

Spalletti: la sua cura ha avuto inizio e pare si intravedano i primi effetti

Spalletti da quando è arrivato a Milano, ha subito chiarito le sue modalità di gestione della squadra.

Profilo tattico: ama dominare il gioco occupando il campo con un modulo che secondo lui, è il migliore nella gestione degli spazi.

Carattere e determinazione: non sarà di certo la matematica a far vincere partite e a gestire situazioni complicate. Per questo servirebbe la personalità e la capacità gestionale di Spalletti.

A Roma ha dovuto fronteggiare diverse situazioni da solo, uscendone alla fine un maniera egregia.

Primo anno con squadra presa in corso d’opera, con un terzo posto che poco prima sembrava insperabile.

Il secondo, con un’incredibile rincorsa alla Juventus, mostrando un gioco divertente e soprattutto concreto.

L’uomo giusto per esaltare gli animi a Milano, dopo una deludente stagione.

Nessuno crede ad oggi che farà miracoli senza interventi dal mercato. È pur vero però che Spalletti, nella Roma da poco lasciata non avrebbe fatto altro che disporre tutti al proprio posto.

Con la differenza forse di avere due top come Nainggolan e Salah, ma con il resto della squadra assemblata dall’esterno grazie a diverse intuizioni di Sabatini.

Un gruppo coeso, che oggi da fuori sembrerebbe pian piano crescendo anche tra i nerazzurri.

L’Inter, lo ha detto Spalletti, è al di sopra del singolo. I protagonismi non sarebbero ammessi perché altrimenti verrebbero subito annullati.

Tutti per il compagno, come la frase pronunciata nella prima conferenza: “vorrei che tutti dessero al compagno un qualcosa, senza pretendere nulla in cambio...”.

Un concetto chiave di quello che il tecnico di Certaldo, avrebbe come mantra per affrontare la prossima stagione.