Interisti, sentite Joao Mario: “Con Spalletti e la 10 farò il salto di qualità”

Joao Mario si racconta nella lunga intervista rilasciata oggi alla Gazzetta dello Sport: “Questo numero mi responsabilizza, è speciale. La mano del tecnico si sente molto”

Numero 10, sarà questo quello della nuova Inter “Spallettiana” ? I nerazzurri se lo augurano, Joao Mario ne è sicuro.

Quel 10 il portoghese lo ha portato per tutta la tournée e non sembra intenzionato a scucirselo di dosso, in vista del campionato prossimo.

Grazie alla cura Spalletti, il 24enne sembra poter diventare il nuovo leader nerazzurro. Il tecnico di Certaldo gli sta concedendo tanti minuti, lì a ridosso della punta, con l’intenzione di plasmarlo come ha fatto con Nainggolan a Roma.

L’Intervista a Joao Mario

La visione del centrocampista in una lunga intervista rilasciata oggi alla GdS.

«Cosa è successo l’anno scorso? Una stagione che non credo sia ripetibile. Quando si inizia male poi è durissima invertire la rotta.

Pioli è un bravo tecnico, ma anche facendo dieci vittorie di fila non riuscivamo a recuperare punti rispetto alle prime tre, vedevamo l’obiettivo Champions comunque lontanissimo e questo in qualche modo ci ha condizionato. Quella partenza ci ha spezzato le gambe.

Posizione simile a quella di Nainggolan? Per me lui e Hamsik sono due punti di riferimento: aiutano la squadra, creano e segnano. E io sotto porta devo migliorare, anche ieri potevo fare gol ma non ci sono riuscito.

Con Spalletti spero di fare quel salto di qualità per arrivare al loro livello. Visto come ha fatto crescere tanti centrocampisti, ho molta fiducia.

Certo, Radja e Marek giocano in Italia da tanto tempo. A proposito di esperienza, quanto mi servirà la scorsa stagione? Parecchio: la A è un campionato molto difficile e tattico. E poi sono arrivato in un anno difficile, non abbiamo fatto una buona preparazione, abbiamo cambiato tre allenatori.

Dobbiamo imparare dai nostri errori, ma dimostrarlo in campo. Dobbiamo tornare in Champions e poi sarà più facile aumentare la qualità della rosa.

Come è stato essere andati a casa Suning? La sera in cui eravamo a cena a casa del “capo” il Milan ha battuto il Bayern. Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo sentito un senso di sfida, una responsabilità in più.

Cosa ci hanno detto le vittorie contro Bayern e Chelsea? Direi che la chiave è stata soprattutto tattica. Senza quella non vai da nessuna parte. Eravamo sempre messi molto bene in campo.

Successi come questi ci possono convincere di essere davvero forti? Sì, perché stiamo lavorando comunque bene ma la vera benzina restano i risultati.

Gabigol? Siamo grandi amici e mi dispiacerebbe tantissimo andasse via in prestito, lui per me è un fratello. Ma visto che gli voglio bene spero che faccia la scelta giusta.

Dopo una stagione così difficile, deve pensare a cosa è meglio per lui. L’anno scorso è stato molto difficile per tutti, figurarsi per lui che nemmeno ventenne è venuto dall’altra parte del mondo. Credo solo che non abbia avuto la possibilità di dimostrare il proprio valore.

Perisic via? Devono decidere lui e il club e trovare la soluzione migliore per tutti. Di sicuro è un grande giocatore.

Potrebbe rimanere? Sono certo che Ivan abbia già capito che questa non è la stessa Inter dell’anno scorso».

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