Neymar al PSG: tsunami per l’UEFA, l’Inter alzi voce!

Indice dei contenuti

1 Il passaggio di Neymar al PSG può segnare la fine di un’epoca2 Un tsunami che sconvolge il mondo del calcio3 La vera sconfitta: l’UEFA4 Il colpo di scena finale5 Conseguenze per tutti, l’Inter si faccia sentire!Il passaggio di Neymar al PSG può segnare la fine di un’epoca

Affare Neymar PSG: un incrocio tra fantacalcio, fantafinanza e #fantaaddioFFP.
Questo il senso finale del passaggio del fenomeno brasiliano ai transalpini.
I 562 milioni di euro quale costo complessivo dell’operazione sono ormai una filastrocca quasi fastidiosa.
222 la clausola rescissoria, 40 circa le commissioni al papà/agente di Neymar, 300 l’ingaggio lordo per cinque anni.
Ovviamente poi, come qualche testata ha già riportato, Neymar al PSG innescherà una successiva ondata di movimenti.
Molti top player potrebbero essere interessati da questa ondata di movimenti, in un domino vorticoso ed eccezionalmente costoso.

Un tsunami che sconvolge il mondo del calcio

Sarà un vero e proprio tsunami, non per i club e per i giocatori, ma per il calcio.
Un affare da 562 milioni di euro avrà queste conseguenze, nulla sarebbe più uguale a prima.
Lo tsunami porta via, distrugge, annienta, lo spartiacque sarebbe segnato una volta per tutte.
Dopo questo evento, avremmo ancora di più di quanto non lo sia oggi un calcio drogato dagli interessi economici.
Interessi autoreferenziali, che lasciano effetti benefici solo tra i pochi club in grado di partecipare alla gestione del “doping finanziario” e una lunga sequela di vittime, cioè tutte le altre società che fanno fatica a far quadrare risultati sportivi e conti economici.

La vera sconfitta: l’UEFA

Chi esce peggio da questa storia è l’Uefa.
Nei giorni scorsi ha lasciato trapelare l’intenzione di rivedere le regole del FFP, introducendo una non meglio precisata “Luxury Tax” intesa come una percentuale tra il 10 ed il 100% che una società dovrebbe pagare all’Uefa su certi trasferimenti.
Misure che potrebbero servire da ottimo effetto deterrente per calmierare le valutazioni e le retribuzioni, ormai fuori da ogni controllo.
Anche il tetto salariale potrebbe essere un intervento utile.
Il tempo dirà quando e quanti di questi provvedimenti vedranno effettivamente la luce.
La contemporaneità dei due eventi pare troppo evidente per essere casuale, ma come sempre si chiudono le stalle quando i buoi sono già scappati, e parlare di questi pannicelli caldi oggi fa solo sorridere.

Il colpo di scena finale

Ma c’è di peggio.
L’import di 222 milioni di euro sarebbe fuori dalle regole del FFP anche per il ricchissimo PSG.
E allora ecco l’idea per aggirare le regole imposte dalla Uefa.
Far pagare allo stesso Neymar la propria clausola grazie all’intervento della Qatar Sports Investment, il fondo che gestisce i Mondiali del 2022 e gli investimenti sportivi della casa reale saudita nello sport (dunque anche quelli di El Khelaifi, proprietario del Psg).
La società verserà a Neymar 300 milioni di euro in qualità di main sponsor della competizione iridata che si disputerà tra 5 anni.
Insomma, alla fine sarà il Qatar stesso a pagare la clausola.
Detto in soldoni: se le cose andranno davvero così, il FFP annegherà definitivamente in un mare di risate e di ironie.

Conseguenze per tutti, l’Inter si faccia sentire!

Ma una gestione così superficiale, potrebbe (dovrebbe) comportare effetti per tutto il mondo del calcio, Inter compresa.
Siccome gli interisti sono gente seria e non buffoncelli, nessun sotterfugio, nessun aggiramento capzioso delle regole.
Se le norme ci sono valgono erga omnes, altrimenti “tana liberi tutti”.
Nei panni del nuovo CEO nerazzurro Alessandro Antonello e di Steven Zhang, chiederemmo udienza immediata al dr. Infantino ed al suo staff.
Porteremmo a Nyon una sola carta, l’agreement sottoscritto da Thohir due anni fa, il documento che ha imposto all’Inter lacrime e sangue, 30 milioni di plusvalenze entro il 30 giugno scorso ed il pareggio di bilancio anche per l’anno prossimo.
Non ci dovrebbe essere bisogno neanche di tante spiegazioni.
Un caffè, una stretta di mano e l’agreement di due anni fa che rotola mestamente, giustamente, finalmente, nel cestino delle immondizie.
Dopo averlo ben strappato, perché con questa gente non si sa mai.