Dalbert, l’Inter e la maledizione della fascia sinistra

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1 La fascia sinistra dell’Inter è stata negli ultimi anni sempre un’incognita con tanti talenti che non sono riusciti ad affermarsi2 E non solo…3 Un’altra di maledizione. E questa, purtroppo, ci interessa da vicino…4 E ora DalbertLa fascia sinistra dell’Inter è stata negli ultimi anni sempre un’incognita con tanti talenti che non sono riusciti ad affermarsiInter | Di maledizioni nel calcio ce ne sono quante volete, perchè questo sport è legato, da sempre, a doppio filo con l’animo umano.Perché, oltre a parlar di tattica e di tecnica, ci si ritrova quasi sempre a dover fare i conti con la parte più imprevedibile dell’uomo: l’emotività.Ecco perché, come diceva Brera, nel calcio ‘la fortuna a volte conta più di un centravanti’. Ecco soprattutto perché, nel calcio, si guarda alle maledizioni.E non solo…Fra le più famose, certamente, c’è quella lanciata da Bela Guttmann: il giocatore e tecnico ungherese la inflisse al ‘suo’ Benfica. Dopo averlo portato sul tetto del mondo, era la squadra del leggendario Eusebio, le strade del club portoghese e dell’allenatore si separarono.I motivi si sono persi nel tempo ma ciò che è rimasto sono le parole dell’allenatore magiaro: “Il Benfica non vincerà più alcuna coppa internazionale per almeno 100 anni”.Parole di rabbia magari, gettate li, ma chiedetelo ai tifosi del Benfica, dopo aver perso 8 finali in 50 anni, se la superstizione nel calcio è poca cosa.Un’altra di maledizione. E questa, purtroppo, ci interessa da vicino…E sembra durare dal 1996 quando a Milano, sponda nerazzurra, Roy Hodgson decise di allontanare dal mondo Inter un terzino brasiliano dalle ‘discrete’ qualità.Ve lo ricordate? Sì, Roberto Carlos. E sì, purtroppo lo dobbiamo ripetere, a lui il tecnico inglese preferì Pistone.Da quel momento… Tutti sappiamo com’è andata a finire con quel ragazzotto brasiliano. E tutti sappiamo come è andata a finire con i terzini sinistri dell’Inter.Iniziando proprio da Pistone e passando per i vari Gresko, Milanese, Serena ed arrivare ai più recenti come Grosso, Santon, Pereira, Nagatomo non si è più riusciti ad aver certezze.Tutte grandi promesse, tutti calciatori che prima o dopo l’Inter hanno fatto bene, ma non in nerazzurro, no perchè li su quella fascia quando hai sulla spella la maglia dell’Inter sembra più difficile giocare.Ci sarebbe la parentesi Chivu, ma li c’era Josè Mourinho: artefice di una stagione difficilmente ripetibile. Oltre al terzino sinistro, trovò, se ricrodate, anche la chiave per far giocare Samuel Eto’o esterno.E ora DalbertDalbert è stato fortemente voluto da società e allenatore, terzino sinistro, brasiliano, come il ragazzo dell’inizio della nostra storia.Dalbert raccoglie un eredità importante, non del campo, dal dopo Chivu non c’è stato nessuno che ha fatto brillare gli occhi ai tifosi.L’eredità che raccoglie è quella di una zona del campo maledetta per l’Inter.A lui l’arduo compito di dimostrare che le maledizioni nel calcio, ad un certo punto, finiscono.La sua storia potrebbe essere quella giusta: un’infanzia piena di sacrifici, il successo che sembrava non arrivare, ma lui che non ha mai mollato e alla fine è arrivato dove voleva.Insomma i presupposti ci sono, le doti da calciatore non si discutono e il carattere potrebbe essere quello giusto per sperare che Dalbert possa essere il punto di svolta per chiudere questa maledizione.