Spalletti “il valore aggiunto” dell’Inter: ok, ma nessun alibi per i giocatori o saranno guai seri
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1 Spalletti: un grande lavoro fin qui, chiarezza e lucidità2 I primi test gli danno ragione3 Le responsabilità sono di tutti4 Le parole di D’ambrosio si cancellano con i fattiSpalletti: un grande lavoro fin qui, chiarezza e lucidità
Da quando è arrivato sulla panchina nerazzurra, il ritornello è diventato il tormentone dell’estate nerazzurra: “ e’Spalletti il vero valore aggiunto dell’Inter”.
Il mister di Certaldo si è presentato con una grinta ed un entusiasmo contagiosi.
Ha messo subito le cose in chiaro con i giocatori: c’è chi va e chi resta.
Chi resta deve condividere al mille per cento il progetto, fatto di sacrificio, disponibilità nei confronti del gruppo, condivisione dello spirito di attaccamento ai colori, altrimenti grazie e arrivederci.
Ha messo le cose in chiaro fin da subito anche con la società: servono certi giocatori.
Il mercato è in divenire, molto è stato fatto, molto resta ancora da fare. Vedremo se le promesse di Sabatini e c. nei confronti di Spalletti saranno davvero mantenute.
I primi test gli danno ragione
I risultati delle prime amichevoli estive gli danno ragione in pieno.
Un filotto di successi sotto il solleone l’Inter non lo ricordava da tempo.
Giocatori entusiasti, ognuno nel suo ruolo naturale, nessuna fantasia creativa a livello tattico.
Solo tanta concretezza e lucidità, che hanno permesso a Spalletti anche di riscoprire il valore reale di certi giocatori ritenuti fino a quel momento quasi zavorra ; uno su tutti Jovetic.
Quindi l’opera di ricostruzione del tecnico toscano, fatta anche a suon di iniezioni con dosi da cavallo di fiducia ed autostima a ciascun giocatore sta dando i suoi frutti.
E questo è sotto gli occhi di tutti. Perfino la Gazzetta ora parla di lui come dell’”uomo dei sogni”.
Le responsabilità sono di tutti
C’è un però.
Siamo a dieci giorni dall’avvio del campionato ed è ora che le responsabilità tornino ai loro posti.
Spalletti ha fatto e fa bene ad accentrare su di sé e sulla società le scelte fatte e quelle che caratterizzeranno i prossimi giorni di mercato.
Così facendo i giocatori si sono sentiti liberi da ogni condizionamento esterno, protetti da ogni alone polemico.
E’ stata un po’ la tattica già usata a suo tempo con successo da Josè Mourinho.
Ma si avvicina il momento in cui in campo andranno loro e non altri.
E pare dunque opportuno che anche i giocatori iniziano a capire che è venuto il tempo di dimostrare che le cose sono cambiate e che loro stessi sono i primi averlo capito.
Le parole di D’ambrosio si cancellano con i fatti
Alle belle parole, da qui a pochi giorni, dovranno seguire i fatti.
I tifosi hanno ancora nelle orecchie quelle parole devastanti di D’Ambrosio di poche settimane fa: “dopo Torino abbiamo mollato”.
Quando fra 10 giorni andrà in scena l’overture con la Fiorentina, l’eco di quella frase sarà ancora vivo tra gli appassionati nerazzurri.
Sarà il campo a dire se i giocatori hanno capito la lezione; se le rose fioriranno i meriti saranno di tutti.
Se invece le spine dovessero portare nuove ferite (e qui gli scongiuri di rito fioccano), i giocatori sanno bene che i primi ad essere messi sul tavolo degli imputati saranno loro.
Nessun parafulmine sarà assicurato, a nessuno di loro.
Ed è giusto che sia così.