Le dichiarazioni di Matias Vecino ai microfoni di Inter Channel
A quattro giorni dall’esordio con la maglia dell’Inter nell’amichevole contro il Villarreal, Matias Vecino si presenta ai tifosi nerazzurri attraverso un’interessante intervista rilasciata ai microfoni di Inter Channel. Ecco le parole del nuovo numero 6 interista.
Avevi una squadra preferita in Uruguay?
“Come uruguayano seguivo altri connazionali, la mia infanzia è filata con Recoba all’Inter e lo seguivo molto, di conseguenza l’Inter. Ho parlato e giocato con lui, è stati tra i primi a chiamarmi quando sono arrivato qui. Aveva un magnifico piede, poi a 38-39 anni giocava da fermo”.
Sei nel pieno della tua maturità?
“Ho quasi 26 anni ed è il momento più importante, i prossimi anni saranno i migliori grazie all’esperienza e alla crescita”.
Chi ti ha impressionato di più all’Inter?
“Joao Mario, giocatore forte che sa fare tutto”.
Come hai vissuto il debutto?
“Bellissima giornata, tanta gente e abbiamo vinto”.
Ti trovi meglio come mediano o trequartista?
“Ho fatto sempre il mediano, ma anche la mezzala. Mi piace arrivare in area quando c’è spazio. Decide il mister”.
Qual è il tuo idolo?
“Tra i miei preferiti c’è Veron, che ha giocato all’Inter. Poi anche Zidane. Cerco sempre di imparare da tutti”.
Hai già un soprannome?
“No, finora mai. I compagni mi chiamano Mati, Matias…”.
Chi è il tuo giocatore preferito di sempre?
“Zanetti, per quello che rappresenta dentro e fuori dal campo. Gli faccio gli auguri per il compleanno”.
Senti pressione per essee arrivato all’Inter?
“La pressione c’è sempre, dipende dai propri obiettivi. Voglio dare il massimo, migliorare sempre e fare bene. La pressione te la metti tu addosso. Qui la squadra è grande ma mi responsabilizza”.
Hai una fidanzata?
“Sì, si chiama Luisina, stiamo insieme da 8 anni. Sta qui con me”.
Qual è il tuo genere di musica preferito?
“Ascolto di tutto, il rock uruguayano per esempio”.
Quando hai saputo dell’Inter come hai reagito?
“Ero felicissimo, avevo l’ansia di chiudere in fretta per essere presto qui”.
Quanto è stato importante a Firenze avere come compagno Borja?
“Sicuramente è stato quello con cui ho vissuto più tempo da quando sono in Italia. Parla la mia lingua, poi da lui ho imparato anti movimenti, sa stare bene in campo e i adatta a diverse situazioni. Sa leggere le giocate in ogni momento. Aveva esperienza anche prima”.
Qual è stata la prima impressione avuta qui all’Inter?
“Molto positiva, avevo l’ansia di essere subito qui per allenarmi. Ho trovato un bellissimo centro sportivo e un gruppo che lavora forte”.
Puoi essere l’erede del Cuchu?
“Lui ha fatto una grande carriera, spero di fare anche un po’ di ciò che ha fatto lui. Cerco di fare quello di cui ha bisogno la squadra”.
Giocare al Meazza che effetto ti farà?
“Sicuramente è uno stimolo, è uno stadio con tanta storia e ospita tantissima gente. Noi giocatori viviamo per queste partite. Io ci ho già giocato ma in campo ti concentri su quello che devi fare”.
A quanti anni hai iniziato a giocare? Sempre stato centrocampista?
“Ho iniziato a 4-5 anni, a 13 anni sono passato nel settore giovanile di una squadra in Uruguay. Ho iniziato da attaccante, poi sono arretrato e in Italia ho trovato la mia collocazione”.
Perché hai scelto la 6?
“Perché tra quelle libere mi piaceva di più, di solito indossavo la 8 ma qui l’aveva un altro compagno”.
Qual è la prima cosa che pensi di fare, come fece Recoba?
“Ultimamente ho l’abitudine di segnare doppiette, mi è successo contro l’Inter e la Lazio. Lui era più offensivo di me, mi piace segnare ma non è il mio compito. Conta solo vincere”.
Com’è Spalletti?
“Mi ha colpito come insegna calcio e la tranquillità di trasmettere i concetti, capisci subito cosa devi fare. Se siamo bravi a seguirlo possiamo fare grandi cose. Come chiede lui sono abituato a uscire col pallone, finora ci siamo riusciti in amichevole”.