Kondogbia: né top né bidone, troppi soldi e poca personalità
Indice dei contenuti
1 Kondogbia, un problema in meno per Spalletti2 Perché arrivò all’Inter3 Anni incolore4 Al posto sbagliato nel momento sbagliato?Kondogbia, un problema in meno per Spalletti
E’ il 22 aprile 2015.
La Juventus affronta il Monaco nei quarti di finale di Champions League.
Siamo andanti a ricercare la pagella di Kondogbia in quella serata.
Quella di Eurosport riportava:
“Kondogbia 7 – Un gigante con i piedi buoni.
A centrocampo catalizza ogni pallone e poi lo serve pulito ai compagni.
Prova a procurarsi un rigore (che poteva anche esser fischiato), si permette inserimenti e tiri al cospetto di una delle mediane migliori d’Europa.
È del ’93 come Pogba: la Francia potrà godersi un centrocampo eccezionale per i prossimi 10 anni.”
Perché arrivò all’Inter
Con tutta probabilità l’avventura nerazzurra del centrocampista francese nasce quella sera.
Mancini se ne innamora, Fassone e Ausilio eseguono, portando il ragazzo a Milano dopo una delle trattative più incredibili che il mercato ricordi, condotta dal Monaco tra aperitivi, pranzi e cene prima con Galliani poi con l’Inter o viceversa.
Albergatori e ristoranti a la page di Montecarlo fecero affari d’oro anche loro in quelle settimane.
Di sicuro più dell’Inter, che bruciò i cugini allo sprint, grazie ad un assegno finale complessivo di circa 40 milioncini di euro.
Una cifra che ha pesato come un macigno sulle spalle di Kondogbia in questi due anni.
Mentre invece erano di una leggerezza celestiale i tre milioni e passa di euro di ingaggio.
Anni incolore
Il ragazzo ci ha messo del suo; per due anni ha navigato nella mediocrità più incolore, intestardendosi su errori grossolani, sempre gli stessi, e con la perdurante incapacità di adattarsi a quanto gli veniva richiesto dagli allenatori.
E’ questo che ha fatto esplodere San Siro contro di lui.
Ma a Monaco era un punto di riferimento, un talento che stava esplodendo.
Non è strano quello che è successo, probabilmente è solo il frutto di una clamorosa mancanza di personalità, di fiducia, di autostima.
Al posto sbagliato nel momento sbagliato?
Di certo non è un limite da poco; si è leader prima nella testa che nei piedi.
Kondogbia forse non sarà mai un top player, ma non è un bidone come molti hanno sostenuto.
Forse non vale i 40 milioni spesi per lui, ma non ci sorprenderebbe vederlo tornare ad alti livelli in Spagna.
Al posto sbagliato nel momento sbagliato?
Propendiamo per il si.
Se l’Inter avesse avuto squadra e risultati diversi in questo biennio, probabilmente la storia di Kondogbia sarebbe oggi diversa.
Ma tant’è, è andata così.
Ora si guarda solo in avanti.