Il sindaco Sala e l’amore per l’Inter
Il sindaco Sala e la fede nerazzurra
Sala, sindaco di Milano, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport : “Sono cresciuto in una famiglia per la quale l’Inter era una religione. Mio padre era un grande tifoso: aveva paura di volare e vinceva questa paura soltanto per andare a vedere la coppa dei Campioni»
Ci racconta qualcosa del Sala tifoso?
«Sono in una chat con Enrico Mentana, D’Orrico, Stefano Boeri, Bertolino, Giacomo Poretti e altri, ci scambiano ogni giorno decine di messaggi ed è una delle cose più divertenti della mia estate. Ci chiamiamo Inter-Nati: ho provato a spiegare il doppio senso a Steven Zhang. Se è rimasto stupito? Stupito sì, ma ha apprezzato, gli ho chiesto di mandare un messaggio in chat e lo ha fatto subito. Per Steven il club non è business, è passione. Il futuro dell’Inter è in buone mani».
Ora, spiega Sala, «c’è più organizzazione, uno staff tecnico buono, un buon allenatore. Sabatini mi pare un dirigente capace che lavora in armonia con Ausilio. Magari i tifosi sono un po’ delusi, viste le aspettative che si erano create per la campagna acquisti. La volontà di spendere da parte della famiglia Zhang c’è, ma probabilmente in questo momento i vertici politici cinesi controllano con prudenza gli investimenti all’estero che non siano in settori ritenuti strategici. Comunque la squadra è già trasformata, senza ingressi eclatanti. L’Inter ha sempre sofferto con i laterali di difesa, vediamo come andrà con i nuovi. Pochi li hanno visti giocare prima».
Sala esperto di mercato
Critiche a Nagatomo…
«Contro la Fiorentina non aveva giocato male. A volte è al limite della leggerezza, ma chiediamoci perché tutti gli allenatori lo tengano: evidentemente ha capacità umane importanti nello spogliatoio».
L’anno scorso via-vai di allenatori…
«L’errore principale è stato ingaggiare de Boer: non parlo di valori tecnici, non è valutabile in questo senso. In quel momento la società non era ancora strutturata bene, serviva un manager all’inglese e mi pare che Spalletti incarni questo tipo. Non si doveva prendere De Boer e lasciarlo solo, il resto è successo di conseguenza e Pioli è il meno colpevole di tutti».
Cederebbe Jovetic? Joao Mario?
«Jovetic sì. Ha bisogno di giocare e vuole garanzie che in questo momento l’Inter non può dare. Forse venderei pure Brozovic. Joao Mario no. Troppe volte abbiamo bocciato frettolosamente i giocatori. Joao Mario ha dalla sua l’anagrafe, la personalità e la tecnica. E mi pare abbia la testa a posto: da tifoso tengo conto anche di questo aspetto».
Sala e lo stadio di proprietà
Capitolo stadio: ” Stadio di proprietà uguale successi”, ma Milano può offrire un modello diverso. La Juve ha fatto il suo stadio perché ha avuto una serie di situazioni difficilmente ripetibili, nel contesto economico attuale è difficile pensare di costruire stadi nuovi. In più, i milanesi sono affezionati a San Siro, uno degli stadi più belli del mondo. Ho incontrato più volte l’Inter che mi pare disponibile a un progetto con lounge separate, ingressi diversi per i due club, aree dedicate. Con il Milan finora ci siamo visti una sola volta. Il Comune è disponibile anche a sviluppare sulle aree vicine allo stadio progetti legati a sport e intrattenimento. La gente che va a Madrid va a visitare il Bernabeu: bisogna far capire che, allo stesso modo, San Siro è una risorsa importante per Milano. Potremmo sviluppare un museo più grande di quello che c’è adesso, che ha già tanti visitatori. Se mettiamo insieme Milan e Inter abbiamo un palmares senza eguali al mondo. La città sta facendo numeri record nel turismo e i turisti che vengono a Milano sono diversi da quelli che visitano Roma, Venezia o Firenze. Intanto spendono di più. E poi i turisti hanno passioni che si portano dietro: il calcio è una passione universale, quindi l’importanza di sviluppare questo capitolo è enorme. Non mollerò. Al rientro dalle vacanze convocherò le dirigenze di Inter e Milan per parlare dello stadio».