Settore giovanile: ripetere il Triplete? Proviamoci
Indice dei contenuti
1 Settore giovanile: la stagione post Triplete al via1.1 Ripartire da dove si è concluso1.2 La doppia funzione della cantera1.3 Costruire campioni e produrre ricavi1.4 Ripetere i trionfi, proviamociSettore giovanile: la stagione post Triplete al via
In queste settimane non riaprono i battenti solo i campionati maggiori.
Anche il settore giovanile ritorna all’attività dopo una pausa estiva mai così meritata come quella dei ragazzi nerazzurri.
Il triplete dello scorso giugno deve restare la stella che guida il cammino, per non disperdere un patrimonio enorme di competenze, passione, professionalità nonché economico.
Ripartiamo dunque dalle parole di Roberto Samaden, Responsabile del settore giovanile nerazzurro, che a chiusura della stagione trionfale parlava così ad Inter Channel
Ripartire da dove si è concluso
“Quest’anno in Italia si è parlato poco del nostro Settore Giovanile, ma noi abbiamo pensato solo a lavorare, in silenzio.
E, con un po’ di fortuna, siamo riusciti a ottenere un risultato storico.
Da quello che mi risulta nessuna società è mai riuscita a vincere il titolo Under 19, Under 18 e Under 17 nella stessa stagione.
Negli ultimi 6 anni abbiamo disputato 20 finali, vincendone 15.
Allo stesso tempo abbiamo lanciato una quarantina di professionisti che stanno giocando nei principali campionati d’Europa.”
Quel “si è parlato poco” dice moltissimo.
Racconta tutto l’orgoglio del dirigente per i successi delle sue squadre.
Fotografa la consapevolezza di aver rappresentato l’unica luce abbagliante del brand Inter in un anno per lo meno infausto per la prima squadra.
Esprime l’auspicio che la società, con la nuova proprietà cinese, non faccia mancare nel prosieguo il proprio sostegno economico e umano.
La doppia funzione della cantera
Samaden e tutto il mondo Inter sanno quale sia la straordinaria importanza di un settore giovanile al top come quello dell’Inter.
Può essere il naturale serbatoio di giocatori per la prima squadra, come in passato è successo per Balotelli, Andreolli, Santon.
Ma è evidente che non tutti abbiano le qualità e/o la fortuna di riuscire a sfondare in nerazzurro.
E allora ecco i vari Destro, Bonazzoli, Belec, Obi, Caldirola, Longo, Benassi, Duncan, che hanno conosciuto pochissimo
San Siro ma hanno avuto buoni se non ottimi risultati altrove, diventando pedine di grande rilievo per le casse nerazzurre o per scambi con giocatori di altre società (ricordiamo, uno su tutti l’arrivo di Milito e Thiago Motta dal Genoa).
Costruire campioni e produrre ricavi
Non c’è una funzione più importante dell’altra.
Le due finalizzazioni della “creazione” del giocatore sono complementari.
Non sempre il lavoro dei responsabili del settori giovani è premiato con perle tipo De Rossi, Totti, Bergomi ecc.
Insomma ci sono predestinati che sono tali e che “arrivano”, altri che si sgonfiano con il salto di categoria o con il passare del tempo, per un miliardo di cause diverse.
E dunque la critica che spesso ignora o addirittura condanna l’Inter per la gestione dei giovani, deve prendere atto che l’attività della società nel settore giovanile ha ampiamente surclassato quella di tutti gli altri club italiani e anche molti europei.
Ripetere i trionfi, proviamoci
Ciò detto, la stagione che va ad aprirsi è iniziata sotto i migliori auspici.
Come antipasto, la Primavera di Vecchi ha vinto la settimana scorsa il prestigioso Torneo di Vignola.
Le aspettative sono grandi perchè grandi sono i valori dei ragazzi e dei loro allenatori.
Uno su tutti Stefano Vecchi, l’artefice principale dello scudetto della Primavera conquistato mentre partecipava part time alle vicende dalla prima squadra.
E siccome “nulla è impossibile per questa Inter” come diceva Roberto Scarpini, proviamo a ripeterlo quel meraviglioso Triplete.