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Il calciomercato, tra piroette e proclami, e la sconfitta dell’informazione

Il calciomercato e la sconfitta dell’informazione

Svolta decisiva e clamorosa, nella notte, per il calciomercato dell’Inter. Prima di entrare nei dettagli, riassumiamo cos’è successo.

In questi ultimi giorni abbiamo assistito a uno spettacolo di bassa lega, che verrebbe rifiutato anche dagli squallidi locali di periferia. La categoria dei giornalisti, come l’allenatore interpretato di Lino Banfi, è nel pallone. ‘Prime firme’ che la mattina dicono rosso, a mezzogiorno rosso pompeiano, il pomeriggio arancio aragosta, all’aperitivo viola, a cena viola addobbo funebre e prima di andare a dormire blu tenebre: come fossero in balìa dei fantozziani colori. ‘Semi sconosciuti’ che inciampano nella grammatica italiana come Luca Giurato che, anziché andare a giocare a palla in spiaggia, salgono sugli ‘altari della scienza’ e scrivono di politica estera, economica e calcio.

Una Waterloo professionale

Il problema è che in mezzo a questa “Waterloo” professionale, c’è l’Inter e i suoi tifosi. Venerdì sera, fra una chiacchiera e l’altra durante una cena, aprivo la chat di redazione. L’ottima squadra di InterDipendenza tiene sempre aggiornato il gruppo WhatsApp con le notizie rilanciate dai principali media nazionali. E quindi… “Schick è a un passo dall’Inter”. Oh, bene. Neanche il tempo di mangiare un agnolotto alla piemontese e “Schick è a un passo dalla Roma”. Eh, ma caz**. A metà birra, in attesa dei formaggi, “Schick si sente con la Juve”. Altroché: qui non ci vuole il gorgonzola, ma il Malox. E ancora. L’Inter è su Mustafi. Azzanno la torta al cioccolato e scopro che, invece, l’Inter è a un passo da Mangala ma giocherà ancora con Danilo “dopo Torino abbiamo mollato” D’Ambrosio.

Vi sembra normale? No. E’ questa la serietà che viene messa in campo dai professionisti? Le ‘prime firme’ di cui parlavamo prima, ragliano poi di copie vendute in meno, abbonamenti a pay-tv in calo e altre sciagure. Meritate. Tutte meritate. Questa è stata la peggior sessione di calciomercato che si ricordi: non solo perché sarebbe dovuto arrivare Vidal e invece confermeremo Ranocchia. Non solo perché poteva arrivare Di Maria, invece avremo ancora Candreva… La bulimia di notizie ha offuscato le cose più importanti: la serietà nei confronti di un mestiere, il rispetto nei confronti dei lettori.

Ma state tranquilli. Nella notte, dicevamo, è arrivata la svolta. “Attraverso la cessione di Falchetti e Mengoni, due giovani di talento degli Allievi Nazionali, riusciamo ad avere la metà di Giordano da girare all’Udinese per un quarto di Zico e tre quarti di Edinho”.

D’altronde, nel 1984, quel capolavoro di Lino Banfi aveva capito e (purtroppo) previsto tutto.