Fassone parla della situazione finanziaria e dell’UEFA
L’AD del Milan Fassone è stato intervistato dal periodico inglese Observer, a proposito della situazione debitoria della società e del piano da sottoporre all’Uefa per il Voluntary Agreement.
Queste le parole del dirigente rossonero:
“Stiamo già lavorando per ripagare Elliott anche qualche mese prima della scadenza fissata a ottobre 2018.
L’interesse all’11,5% per la maggior parte del debito, e al 7,5% per la rimanente fetta, sono certamente alti, ma non terribili.
Se si considera il debito contratto da Inter e Roma con Goldman Sachs e l’interesse fissato al 6,5%, il nostro è certa-mente un interesse più alto, ma per i cinesi è una cosa completamente normale.
Nel peggiore dei casi, vorrà dire che il fondo Elliott sarà proprietario del Milan.
L’UEFA? Come è immaginabile, io ho pronti un piano A e un piano B.
A loro ho presentato un progetto più conservativo, col club ancora fuori dalla Champions nel prossimo anno.
In questo caso, gli investimenti sul mercato saranno bassi, e dovremo vendere un nostro top, ma il Milan non rischierà nulla”.
Alcune osservazioni
Da semplici osservatori, quasi da profani, ci permettiamo solo qualche osservazione.
Sul tasso di interesse passivo: se ai cinesi pare normale pagare dall’1 al 5% di interessi in più rispetto ai competitor, a noi no.
Noi sappiamo che in Italia gli imprenditori trattano con le banche con il coltello sul tavolo per spuntare mezzo punto percentuale di interessi in meno.
E comunque siamo felici che l’Inter paghi un botto di interessi passivi in meno.
Ma se al Dr.Fassone va bene così ne prendiamo atto.
Prendiamo atto anche del fatto che per la prima volta il Milan mette in conto un altro passaggio di proprietà, quello dalla cordata cinese al Fondo Elliott che ha erogato il prestito.
Fino ad oggi si era letto solo della grande fiducia di riuscire a sistemare tutte le partite debitorie per evitare proprio questa eventualità.
Con realismo per mettere le mani avanti
Non siamo dirigenti di società sportive di alto rango, ma il buon senso ci dice che finchè c’è un imprenditor che ci mette la faccia è un conto.
Un Fondo invece, per la sua stessa natura, dovrebbe essere chiamato a massimizzare il profitto, senza guardare a tradizioni, storia, bandiere, passioni dei tifosi.
E prendiamo atto anche del fatto che il dr.Fassone per la prima volta mette in conto che l’all in fatto quest’anno sul mercato potrebbe non avere gli esisti sperati e che se le cose dovessero andar male (leggasi mancata partecipazione alla prossima Champions), sarà necessaria una ulteriore fase di transizione che comporterà il sacrificio di qualche giocatore di primissimo piano.