Difesa Inter: corsa a due tra Mustafi e…Ranocchia
Difesa Inter | La situazione che ruota intorno al prossimo reparto difensivo dell’Inter si sta facendo, nelle ultime ore, davvero caotica.
Lo stato dei fatti è ben noto.
I nerazzurri si trovano al momento con tre centrali di ruolo: Miranda, Skriniar e Ranocchia.
Balza immediatamente agli occhi come uno dei pochi arruolabili in quella zona del campo sia un giocatore che è in uscita praticamente da anni, ma che non riesce a trovare una collocazione tale da soddisfare giocatore e società.
E quanto appena detto non fa che appesantire una circostanza che già appare poco rosea, soprattutto se si considera che il tempo per trovare soluzioni sta velocemente scadendo.
E analizzando il quadro che si prospetta in questo momento non può che sorgere una domanda.
Perchè vendere Murillo?
Ma soprattutto, perchè venderlo senza avere una valida alternativa?
La questione suscita perplessità soprattutto se si considera che il colombiano si era reso protagonista, nel corso di questa sessione di pre-campionato, di buone prestazioni, coronate addirittura da un eurogol segnato in amichevole.
E c’è di più. L’attuale difensore del Valencia garantiva quella duttilità tanto cara a Spalletti, dal momento che può essere schierato anche come terzino destro, e poteva essere quindi per il tecnico di Certaldo il Rudiger della scorsa stagione.
Alla luce di tali considerazioni, e dell’attuale situazione poco confortevole della retroguardia interista, un’osservatore esterno potrebbe pensare che tale cessione sia stata giustificata da un’offerta irrinunciabile.
Ebbene i 13 milioni versati nelle case di Suning (soprattutto considerando gli attuali parametri di mercato) escludono in maniera lapalissiana anche tale possibile ricostruzione.
Quali scenari ora?
Quello che è certo è che una risposta chiara, che vada la di là delle supposizioni, c’è (almeno al momento) preclusa.
E non resta che guardare avanti e capire cosa potrà accadere, visto che a questo punto è infruttuoso piangere sul famoso latte versato.
Ovvio è che i tifosi, ma presumibilmente (per usare un eufemismo) anche per Spalletti la soluzione migliore sarebbe quella di un novo innesto.
E in questo senso il nome di Mustafi sembra mettere d’accordo tutti.
Tuttavia le difficoltà non mancano.
Il FFP impedisce all’Inter di accontentare in tutto e per tutto l’Arsenal, che a sua volta sembra essere restio a venire incontro a Sabatini & co., visto che cedere in prestito un giocatore pagato 40 milioni non sembra avere le caratteristiche proprie dell’ “affare”.
Il nome di Mangala crea maggiore discordanza di opinioni, anche se viene da dire che arrivati a questo punto andrebbe bene qualunque innesto.
Ma tale ragionamento sembra essere più consono ad un tifoso, e la storia (anche recente) insegna che acquistare tanto per farlo non è la soluzione migliore.andrea ranocchia
E allora guardiamo in casa.
D’Ambrosio ha giocato spesso in quella posizione, offrendo anche prestazioni convincenti.
Basti ricordare la gara di Coppa Italia con la Juventus.
Oppure…
Ma non finiscono qui le risorse che l’Inter potrebbe sfruttare per fronteggiare la problematica.
Esiste infatti un settore giovanile che nella scorsa stagione ha conquistato in maniera netta la vittoria del campionato, e che nel corso di questa estate ha impressionato vincendo praticamente ogni competizione cui ha partecipato.
E proprio nel reparto difensivo di questa Primavera milita un certo Vanheudsden, che ha effettuato la preparazione proprio agli ordini di Spalletti, a ulteriore conferma del suo valore.
E se i più scettici non fossero ancora convinti potrebbero valutare un primato messo a segno da questo ragazzo classe 1999.
Vanheudsden infatti è stato il più giovane belga ad aver vestito la maglia dell’under 21 della sua nazionale.
Il neo tecnico nerazzurro non è nuovo a scoprire talenti delle giovanili.
Il nome di Emerson Palmieri insegna.
Portare un giovane del genere in prima squadra non dovrebbe sembrare così assurdo, senza voler per forza mettere in mezzo il discorso della diversità di quanto avviene nel calcio italiano (anche se la coppia dei centrali dell’Ajax vice campione di europa league raggiungeva appena 36 anni in due).
Forse la vera differenza sta nel fatto che negli altri campionati (o nelle altre squadre italiane) ci sono meno problemi a dare fiducia a chi non ha nulla per non meritarsela.
Forse la soluzione di questo rompicampo chiamato difesa è solo a un po’ di coraggio di distanza.