Home » Calcio mercato con un nuovo protagonista: il certificato medico

Calcio mercato con un nuovo protagonista: il certificato medico

Il certificato medico come in Comune

Di guerre di posizione tra club e giocatori con i loro agenti le storie del calcio mercato degli anni precedenti erano piene.
Quest’anno abbiamo scoperto una nuova figura, il giocatore malato come un impiegato statale.
Nel mercato appena concluso ha fatto la sua comparsa un nuovo protagonista, il certificato medico, usato dai giocatori imbronciati per forzare la mano ai presidenti recalcitranti a lasciarli partire.
Giocatori strapagati che portano il certificato come un qualsiasi dipendente del Comune o della Regione.
Gente che guadagna mille volte meno di loro ma quasi sempre sta male davvero.

Giocatori e agenti: sempre più soldi e potere

“Il Giornale” di oggi affronta l’argomento in questi termini:
Il calciomercato appena concluso ha avuto un vincitore indiscusso, e non è il Milan.
Da Niang a Keita, da Kondogbia a Kalinic, da Bernardeschi a Spinazzola a trionfare è stato il certificato medico, nuovo grimaldello per forzare le trattative più incastrate.
Medici della mutua più procuratori.
Un’alleanza diabolica per combattere la vera guerra in atto nel calcio moderno.

I presidenti aprano gli occhi

Che – bisognerebbe spiegarlo ai presidenti, troppo indaffarati a cercare di strapparsi i calciatori l’uno con l’altro – non è tra club, bensì tra datori di lavoro e dipendenti, almeno fino a quando i professionisti del pallone continueranno a godere di questo status antistorico.
In un mondo dove tutti si riempiono la bocca con valori e scelte di vita in realtà conta solo il denaro, e c’è sempre una società più povera di cui ammaliare i giocatori promettendogli stipendi tripli o quadrupli ma – a meno che tu non sia il Paris Saint-Germain – anche una società più ricca che farà altrettanto con i tuoi.
E ad approfittarne sono loro i dipendenti più fortunati del pianeta e i loro agenti che negli ultimi anni hanno guadagnato sempre più potere e sempre più quattrini
“.
Come dare torto a queste parole?
Fonte Il Giornale