Fair Play Finanziario Inter: Tutta la verità, tra monitoraggi Uefa e differenze con il Milan

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1 Ad una settimana dalla chiusura del mercato ripercorriamo i passi dei nerazzurri in materia di fair play finanziario basandoci su dati oggettivi, tralasciando altre notizie che non hanno base certa2 Ma quali sono stati i passaggi che hanno portato da poter investire fior di milioni a fare un mercato contenuto?3 Perchè tutto ciò non è successo?4 La regola del Break Even5 I punti fondamentali sono gli articoli 59-60-61 del settlmen agreement6 La differenza con il Milan7 Come funziona il voluntary agreement?Ad una settimana dalla chiusura del mercato ripercorriamo i passi dei nerazzurri in materia di fair play finanziario basandoci su dati oggettivi, tralasciando altre notizie che non hanno base certa

Fair Play Finanziario Inter: Il mercato si sa, è stato al di sotto, per quanto riguarda i milioni investiti, delle aspettative dei tifosi.

Dopo il 30 Giugno, scadenza per il bilancio 16/17, ci si aspettavano “botti di mercato”, così non è stato e il tutto è stato legato al rispetto del FPF.

Ma quali sono stati i passaggi che hanno portato da poter investire fior di milioni a fare un mercato contenuto?

Il discorso parte da lontano, dal 2015 quando si insediò Erick Thoihr come presidente nerazzurro.

Nel 2015 Thoihr firmò, in accordo con l’UEFA il ” settlmen agreement” ossia un’accordo di stampo finanziario riguardante i bilanci societari.

I conti nerazzurri erano in rosso e stavano sforando alla grande le regole del fair play, l’accordo prevedeva in sintesi un rosso non superiore ai 30 milioni per quanto riguarda il 15/16 e un pareggio di bilancio per il 16/17.

Questo almeno è quello che è conosciuto dai più, ma il settlmen agreement riguarda anche le annate 2017/18 e 2018/19.

Per quanto riguarda il primo anno di controllo (relativo al 2016) l’Inter ha ricevuto dal “club financial control body” l’ok, perchè ha rispettato i limiti imposti di un deficit non superiore ai 30 milioni.

Nel frattempo però Suning ha investito, per quanto riguarda la stagione 2016/17, e sono stati investimenti importanti dal punto di vista economico.

172,9 milioni di euro al netto di acquisti (J.Mario, Gabigol etc) e riscatti (Miranda, Brozovic etc) con l’obbligo da parte dell’Uefa di raggiungere il pareggio di bilancio per l’anno 2017(la soglia del 30 giugno per intenderci).

Secondo alcune ricostruzioni effettuate dalla stampa una volta raggiunto il pareggio di bilancio l’Inter e Suning avrebbero potuto investire in maniera pesante.

Perchè tutto ciò non è successo?

Non è una questione di liquidità, di patrimonio economico come qualcuno ha ipotizzato.

Suning è una società ricca, da 50 miliardi di euro di fatturato, ma non ha potuto investire pesantemente sempre per il discorso del Settlmen agreement.

Ciò che può aver forviato le opinioni comuni è il punto 3 del regolamento del settlmen agreement.

Il punto in questione recità che dati gli accordi presi l’Inter può avere un deficit di 30 milioni relativo al 15/16 ed un pareggio di bilancio al 16/17.

Ma da una lettura più attenta risulta che in verità anche per le due stagioni successive c’è un forte monitoraggio da parte dell’organo competente.

Tutto questo legato al raggiungimento dell’obiettivo di rendere una società finanziariamente “corretta” nel medio-lungo periodo e non solo nel breve.

La regola del Break Even

il break even (risultato aggregato) si pone l’obbiettivo che il club rispetti l’accordo di settlmen agreement al massimo nel 2018/19.

I termini per gli anni 2016-2017-2018 sono che in questo periodo di monitoraggio l’Inter possa aver solo 3 strade da percorrere: un surplus, un pareggio di blilancio o un deficit entro la deviazione accettabile.

I punti fondamentali sono gli articoli 59-60-61 del settlmen agreement

Break even result (articolo 60) – Il break even result è la differenza tra ricavi pertinenti (ai fini del FFP) e spese pertinenti (ai fini del FFP).

Monitoring period (articolo 59) – E’ il periodo di tempo in cui un club viene valutato ai fini del rispetto del requisito del break-even.

Deviazione accettabile (articolo 61) – E il massimo del deficit (break even deficit) aggregato consentito affinché un club sia considerato conforme al requisito del break even.

La deviazione massima accettata è un break even deficit aggregato di 5 milioni su tre periodi di monitoraggio (3 anni).

Oppure un break even deficit aggregato di 30 milioni su tre periodi di monitoraggio.

Considerando tutto ciò, l’Inter non ha potuto investire cifre folli sul mercato proprio perchè alla fine del 2018 doveva tenere il pareggio di bilancio come in questa stagione.

L’aumento di fatturato è essenziale secondo questa regola per intraprendere un viaggio da “re di mercato”.

Diventa fondamentale dunque avere un incremento di ricavi, Suning si sta muovendo in tal senso anzitutto con la sponsorizzazione della pinetina che frutterà circa 15 milioni a stagione.

Poi c’è la ricerca di partner commerciali e la mossa dell’espanzione del brand a livello planetario, cosa che si sta mettendo in atto già in questi giorni.

Le plusvalenze sono un’altra arma a disposizione della società per aumentare i ricavi e poi c’è la questione europa.

Il ritorno e l’accesso alle competizioni europee aumentano il fatturato in maniera importante, ed è fondamentalme accedere per avere la possibilità di un capitale di investimento importante.

La differenza con il Milan

Spesso si è parlato della differenza di mercato con i cugini nerazzurri, ironizzando anche sul fatto di cinesi ricchi vs cinesi poveri.

Ma non è affatto cosi, la situazione è abbastanza semplice ma bisogna fare attenzione.

Mentre l’Inter ha ricevuto il monitoraggio dell’Uefa, il Milan no.

Per di più, mentre l’Inter ha sottoscritto il settlmen agreement, il Milan ha avuto la possibilità di rientrare nel voluntary agreement.

Introdotto successivamente dall’Uefa all’accordo stilato da Thoihr, il voluntary agreement è molto diverso.

Consente infatti maggiore libertà di spesa all’interno di un piano di sviluppo e risanamento.

Come funziona il voluntary agreement?

I club che nei 12 mesi precedenti siano stati oggetto di un cambio di proprietà, possono sottoscrivere un accordo volontario (voluntary agreement).

Con la possibilità di derogare così alla regola che impone un rosso aggregato massimo di 30 milioni in tre stagioni.

I requisiti fondamentali del voluntary agreement sono intanto un progetto a medio-lungo termine che preveda un piano di sviluppo sicuro.

La dimostrazione di avere un capitale forte alle spalle che possa sostenere il piano di sviluppo.

Presentare un accordo irrevocabile da parte dell’azionista della società a coprire le perdite relative agli anni precedenti a quello in cui sarà raggiunto il pareggio di bilancio.

Il Milan ha potuto in questo modo investire pesantemente sul mercato non avendo il “fiato sul collo” della uefa.

Chiaramente questi investimenti dovranno essere ripagati in un arco di tempo che dovrebbe essere di 3 anni altrimenti ci saranno sanzioni da parte dell’uefa.

Ed è per questo che ad Ottobre l’UEFA Club Financial Control Body valuterà di nuovo la richiesta di accesso al voluntary agreement del Milan.

Perchè c’è stata qualche discorsanza tra uefa e Milan per quanto riguarda il piano finanziario presentato dai rossoneri.

L’inter, che ha firmati i settlmen agreement a breve distanza dall’introduzione del voluntary agreement ormai non può cambiare.

Lo dice lo stesso regolamento uefa che prevede il cambio del tipo di monitoraggio solo alla fine del periodo in cui è in atto il settlmen agreement.

Dati: calcio e finanza.