Inter Spal: gli anni scorsi l’avremmo persa o pareggiata. Ecco cosa è cambiato
Indice dei contenuti
1 Inter Spal: la nuova identità che sta dando Spalletti2 La tattica è importante ma…3 Nuova identità in tutto l’ambiente4 L’anno scorso non sarebbe finita cosìInter Spal: la nuova identità che sta dando Spalletti
Come 50 anni fa, due a zero.
Bentornata Spal, bella prestazione, bravi tutti, ma i tre punti restano a San Siro.
Tre vittorie di fila non sono mai una casualità, specialmente all’inizio del campionato.
Specialmente per una squadra che solo poche settimane fa era ancora un cantiere a cielo aperto.
Non tutto è andato liscio ed alla perfezione, come di solito accade dopo la sosta per le nazionali.
Un secondo tempo da rivedere, sotto il profilo della lucidità e dell’intensità; con la Spal te lo puoi ancora permettere, ma in futuro queste pause saranno da cancellare.
Non si può però sottacere che la squadra c’è e anche se tra qualche difficoltà emerge l’identità che Spalletti sta costruendo fin dal primo giorno.
La tattica è importante ma…
I quattro laterali che a turno spingono e rientrano sono la carta d’identità di questo gruppo.
L’inserimento di Joao Mario dall’inizio rappresenta un arricchimento delle soluzioni per le vie centrali, buone soprattutto quando lo sviluppo sulle fasce risulta difficile, come oggi.
Il rigore figlio della VAR nasce proprio da un dialogo stretto tra Icardi e il portoghese nella fascia centrale ed anche il missile di Perisic è originato da un’azione che si sviluppa per vie centrali.
Solo alla fine viene allargato il pallone a D’Ambrosio che lo mette sul piedone del croato per la bomba a togliere le ragnatele dal sette della porta avversaria.
Ma al di là degli approfondimenti tattici, è da sottolineare come l’identità che Spalletti sta cercando di trasmettere coinvolga tutto l’ambiente nerazzurro.
Nuova identità in tutto l’ambiente
Spalletti ha capito tutto della comunicazione, sa quali corde toccare e sa che citare Mourinho Altobelli e Milito per richiamare spettatori è come giocare un over su Real Madrid Battipagliese.
Ma i 60 mila oggi non sono solo figli di Mourinho, checchè ne dica l’allenatore.
Sono persone che hanno capito che c’è un disegno chiaro per risalire, per tornare a giocarsela con tutti.
L’identità su cui sta lavorando il mister di Certaldo vede al centro la squadra ma riguarda tutte le altre componenti, dirigenza e tifosi in primis.
Identità che diventa personalità e autostima in campo; identità che diventa sostegno incondizionato da parte di tifosi.
Nuova identità che diventa condivisione dell’ organizzazione e delle scelte da parte della filiera di comando.
L’anno scorso non sarebbe finita così
L’anno scorso, ed anche in quelli precedenti, partite come quella di oggi l’avremmo pareggiata, se non addirittura persa.
Ad un certo punto sarebbe arrivato l’episodio sfortunato, la decisone arbitrale che avrebbe cambiato il corso della gara.
Ci ricordiamo di Cagliari o Bologna l’anno scorso con De Boer?
Ma quella era ancora un’accozzaglia di maglie con dentro dei codici fiscali.
Quella di oggi è stata una squadra di giocatori consapevoli di quello che andava fatto.
Magari non sono riusciti a farlo per 90 minuti.
Ma mai è subentrato il caos psicologico degli anni scorsi, figlio della inconfessabile lacerazione tra squadra-tifosi-società.
Questa è le vera differenza tra l’Inter di Spalletti e quelle precedenti.
Il lavoro è solo all’inizio ma la strada intrapresa è quella giusta.
Adelante Inter, con jucio, ma adelante!
(500)