Caro Ivan ti scrivo, lettera aperta all’uomo della settimana nerazzurra
Caro Ivan- Questa è stata una settimana importante per te e per noi tifosi. La più importante, forse, da quando indossi la casacca della nostra squadra del cuore, seconda solo a quella in cui sei arrivato a Milano. Me la ricordo bene quella settimana, erano giorni interi che seguivo le notizie di mercato e aprivo ogni tipo di applicazione sullo smartphone sperando di leggere LA notizia.
Eppure quella notizia non arrivava. Ogni volta c’era qualcosa che non andava, un motivo che non permettesse il tuo passaggio in nerazzurro. Tutti i giorni così fino a quando, fortunatamente, ho potuto leggerla. “Ivan Perisic è un nuovo giocatore dell’Inter”, FINALMENTE. Non so cosa mi abbia fatto impazzire di te, guardavo i video su YouTube in continuazione sognandoti al Meazza. Esultante sotto la curva Nord con quel sorriso che ti illumina il volto dopo ogni realizzazione. Ricordo la tua partenza con il mister Mancini, le aspettative su di te erano tantissime e forse hai accusato un po’ la pressione di un ambiente che pretende tutto e subito, altrimenti sei un bidone.
…e tu sei sempre li…
La stagione prosegue e tu sei sempre lì, titolare con la tua corsa e quell’intesa con Mauro Icardi che fa spavento. Tu punti l’avversario, doppio passo, lo salti, crossi in mezzo, Icardi segna. Vi abbracciate e guardate i tifosi che sono lì per voi. Quante volte, tra quelle persone, c’ero pure io. Con gli occhi felici di chi sta vedendo il suo idolo.
Mi sono scoperto follemente innamorato del tuo modo di giocare una sera sul divano. Era il ritorno della semifinale di Tim Cup contro gli acerrimi rivali: la Juventus. La partita era una di quelle già segnate, dopo il pesante 3-0 dell’andata. Si trattava di far passare 90 minuti e aspettare che l’agonia finisse col passivo il più ridotto possibile. Invece no. Quella sera hai corso, lottato con tutte le tue forze, segnato entrando in porta col pallone e, infine, pianto con noi. Quanta delusione quando, dopo aver recuperato una partita del genere, ci siamo visti soffiare l’accesso alla finale ai calci di rigore. Da quella sera non ho mai smesso di elogiarti al bar con gli amici e mi riempivo di orgoglio quando uno di loro, quello più juventino di tutti, mi diceva che ti avrebbe voluto in maglia bianconera.
Passano due stagioni. Tu sei sempre lì che corri come un dannato e dai l’anima per la tua gente. Sempre così, fino a QUEL giorno. La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno: Perisic vuole andare via. Ho avuto un’involuzione quel giorno, non eri più il mio idolo, mi sentivo tradito.
Passa la sessione di mercato appena conclusa, 2 mesi estenuanti. Va via o resta? E se resta, ha intenzione di rimettere quella passione in campo? Io non so e forse mai lo saprò cosa ti ha detto il mister Spalletti quel giorno durante la vostra riunione. So solo una cosa: tu sei rimasto a Milano con noi, senza giocare in Europa. So che hai deciso di restare e di farlo bene, sei tornato a sorridere sotto la Nord quando segni per noi.
Questa settimana è stata più bella di quella in cui sei arrivato a Milano perché, caro Ivan, tu hai rinnovato la tua voglia di vincere con noi. Hai deciso che farlo a Milano è quello che vuoi. Hai deciso di darmi la possibilità di tornare a vederti in campo con gli occhi del bambino che osserva in campo il suo idolo.
Queste parole, caro Ivan, sono state scritte da un tuo tifoso che ha aperto il suo cuore, riscoprendosi dopo un piccolo periodo di crisi, di nuovo innamorato di quel 44 che corre sulla fascia sinistra di San Siro.
Semplicemente grazie.