Perisic e Icardi, che coppia per Spalletti ! I due sempre più decisivi
Indice dei contenuti
1 Che coppia Perisic e Icardi. Dopo Dzeko e Salah, il mister Spalletti si gode un altro tandem d’attacco stellare2 Perisic e Icardi – La coppia perfetta3 Le statistiche della Rosea4 Un’estate tormentata5 Spalletti si gode i due Top PlayerChe coppia Perisic e Icardi. Dopo Dzeko e Salah, il mister Spalletti si gode un altro tandem d’attacco stellare
È vero, siamo solo alla terza giornata di campionato, ma ci sono numeri che nella nuova Inter di Luciano Spalletti figurano come un verdetto: nulla a che vedere con i 9 punti conquistati o il numero di gol segnati.
A fare la differenza sono i marcatori. Si perché le certezze nerazzurre, partita dopo partita, si chiamano Ivan Perisic e Mauro Icardi.
Tant’è vero che la società, dopo la sfida contro la Roma, ha lanciato l’hashtag #PerisictoIcardi, a sottolineare l’intesa sbocciata tra l’esterno croato e il capitano nerazzurro.
Perisic e Icardi – La coppia perfetta
Uno incontenibile sulla fascia, sempre presente nelle trame di gioco, incline al sacrificio quando torna a dare una mano ai compagni; l’altro potente e preciso, chirurgico nel fare la cosa giusta al momento giusto e con un senso del gol assoluto.
Ingredienti miscelati nella nuova Inter e alla base di una certezza statistica: l’esterno croato e l’attaccante argentino hanno partecipato, con gol o assist, a tutte le reti nerazzurre delle prime tre partite della stagione.
Inter – Fiorentina (3-0): segna Icardi, Perisic fa assist e segna; in Roma – Inter (1-3) segna Icardi e Perisic fa assist; in Inter – Spal (2-0) segnano Icardi e Perisic.
Il binario tra Spalato e Rosario sembra dunque costruito su un’unica strada: intesa sopravvissuta ad una stagione difficile e a due sessioni di mercato che, in più occasioni, hanno visto i due talenti vicini ai saluti.
A questo punto è lecito pensare ad una “coppia perfetta”, magari sulle tracce di quelle hanno fatto la storia del nostro campionato, come Del Piero-Trezeguet o Vialli-Mancini.
Le statistiche della Rosea
I due, scrive La Gazzetta dello Sport, rispondono ora perfettamente al tandem bianconero Dybala-Higuain e al trio dei ‘piccoletti’ del Napoli, Insigne, Callejon e Mertens.
I numeri 9 e 45 hanno infatti realizzato l’87.5% delle reti nerazzurre, ovvero sette gol stagionali su otto – cinque per Maurito, due per Ivan.
Quest’ultimo può vantare però tre assist, tra cui due per lo stesso capitano, ma non solo: nell’anno solare 2017 ha partecipato a più reti rispetto a Maurito, 19 (nove gol e dieci assist) contro 18 (15 reti e 3 passaggi decisivi).
Nelle scorse stagioni i due non sembravano avere un’intesa così evidente, ma con la cura Spalletti hanno monopolizzato il tabellino marcatori.
Un’estate tormentata
Entrambi hanno vissuto un’estate tormentata e non semplice:
“Icardi infatti è rimasto ai margini fino a pochi giorni dal via del campionato per curare bene uno stiramento al retto femorale accusato in maggio e peggiorato per «amore d’Argentina».
Il poliedrico Perisic invece è sempre stato sano come un pesce, tanto da partecipare con risultati mediocri anche ad una tappa prestigiosa della World League di beach volley.
Il suo problema era legato al mercato. Di fatto aveva da tempo un accordo col Manchester United e pur non sgarrando mai la testa è stata a lungo a Mourinho più che al nerazzurro.
I Red Devils però hanno fatto i furbi con l’Inter, sperando di prenderla per la gola causa fair play finanziario prima del 30 giugno, poi non hanno mai avvicinato i 50 milioni richiesti e sono rimasti con parecchi rimpianti.
E nel frattempo complice il lavoro di tutti, Spalletti in primis Ivan ha riscoperto il piacere di battersi per il nerazzurro” – scrive la Rosea.
Spalletti si gode i due Top Player
Il tecnico di Certaldo si gode i due fuoriclasse, ma resta comunque convinto che i due abbiamo abbondanti margini di miglioramento:
“A Perisic chiede di essere maggiormente incisivo stando qualche metro più all’interno del campo. E, a differenza del passato, Ivan non è stato ancora sostituito.
Da Mauro invece il tecnico pretende sempre un atteggiamento da capitano e una partecipazione continua pure fuori dall’area di rigore. Perché dentro, in pochi al mondo valgono il capitano”, conclude il quotidiano.