Sconcerti costretto al dietro front, tra Messi e Dybala ancora un abisso
Indice dei contenuti
1 Sconcerti: troppa fretta nel seppellire la Pulce e il suo Barca2 Dybala, ancora tutto da dimostrare in Europa3 Mario Sconcerti, giudizi un po’ avventati4 E ora il mea culpa è d’obbligoSconcerti: troppa fretta nel seppellire la Pulce e il suo Barca
Chi pensa alla buona fede potrà chiamarlo entusiasmo malriposto.
Per i malpensanti sarà l’ennesima dimostrazione della prostituzione intellettuale di cui parlava Josè Mourinho anni fa.
Nel mondo del giornalismo sportivo italiano i casi sono due: o c’è una fretta ingiustificata nel cercare l’erede della Pulce o c’è ancora un asservimento strisciante nei confronti di tutto ciò che è bianconero.
Perché dare per morto e sepolto Messi?
Perché ha perso il suo gemellino brasiliano?
O perché il Barca senza un allenatore di grandissimo nome viene snobbato come un miliardario che si è dilapidato il patrimonio?
Dybala, ancora tutto da dimostrare in Europa
E cosa ha affatto Paulo Dybala per essere accreditato di poterlo scalzare già da ora dal suo posto di massimo interprete del calcio moderno?
Fuori d’Italia, checchè se ne dica, Dybala è un talento su cui scommettere, non ancora su cui investire.
La differenza è sottile ma sostanziale.
Vittorie zero, gesta memorabili men che meno.
Certo, ci sono anni di carriera a separare l’uno dall’altro, e nessuno dice che l’argentino della Juve sia una bluff.
Proprio perché Messi sta suonando da un decennio una musica calcistica celestiale ci vorrebbe un po’ di prudenza e di rispetto, prima di affiancargli quello che per ora, al suo confronto, è uno studente talentuoso ma ancora ai primi concerti.
Mario Sconcerti, giudizi un po’ avventati
Ma in Italia tutto ciò che odora di bianconero è degno di santificazione subito e a prescindere.
Un virus che gli addetti ai lavori non riescono proprio a togliersi, incuranti delle figure non proprio edificanti cui si espongono per dar fiato a questa tromba stonata.
L’Italia è unica, anche in questo.
Dove trovare altrimenti un veterano del giornalismo sportivo come Mario Sconcerti che dice che CR7 farebbe panchina nella Juventus?
Ma anche che:
“Dybala e Messi non sono paragonabili. Leo vale per i gol, non per il gioco; Dybala è l’opposto. I gol in stagione sono 17 a 43, ma Dybala gioca meglio a calcio. Messi sta tutto nella sua velocità di controllo e di tiro. Dybala nell’architettura del suo gioco“.
E ora il mea culpa è d’obbligo
Poi però, dopo il 3-0 di ieri sera, il fulmineo mea culpa: “Tra Dybala e Messi c’eÌ stata una differenza cosiÌ grande, cosiÌ sostanziale, da farci sembrare tutti matti quando ne abbiamo invocato il confronto”.
Non abbiamo mai giudicato Mario Sconcerti un matto, anzi.
Rispetto all’aplomb di una intera carriera, negli ultimi tempi, l’abbiamo trovato solo un tantinello spregiudicato e filo juventino.
Ma si sa, anche i grandi invecchiano…