Non è stata la miglior partita di Icardi questa, però il capitano nerazzurro è stato protagonista di un recupero straordinario che è valso più di un gol
Spesso si imputa a Mauro Icardi di non essere il centravanti di manovra che ogni tanto servirebbe. Non a caso le critiche nei suoi confronti suonano ormai come un disco rotto: non lavora per la squadra, si isola, non fa sponde, non gioca per i compagni.
Con quello che ha fatto oggi, siamo certi che abbia messo a tacere parecchi suoi detrattori.
Primo tempo, l’Inter batte un calcio d’angolo. La difesa genoana respinge e sulla palla scaraventata fuori dall’area si avventano i calciatori di Juric che partono in contropiede. L’Inter è sbilanciata, messa male. Il capitano guarda Aleandro Rosi che segue con interesse l’evolversi del contropiede rossoblu. Potrebbe mollarlo, potrebbe lasciare che se ne occupi qualcun’altro da centravanti egoista, che pensa solo a se stesso come molti suoi detrattori dicono. Invece no, insegue il tornante genoano, si fa 80 metri di campo e chiude la diagonale difensiva come solo i migliori terzini visti calcare il prato di San Siro hanno fatto.
Sarebbe stato un gol sicuro, che avrebbe visto l’Inter andare sotto nel punteggio. E invece no, perché il capitano c’è. Il capitano c’è sempre. Anche quando non segna, anche quando sbaglia gli stop e non gioca di sponda. “Un recupero che vale due gol”, così gli ha reso giustamente omaggio Spalletti.
Perché di attaccanti bravi a buttarla dentro ne è pieno il mondo del calcio, di attaccanti che si fanno 80 metri all’indietro e chiudono una diagonale perfetta no.
Ce l’abbiamo solo noi, e vediamo di tenercelo stretto.