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1 Luciano Spalletti ha parlato del momento del portoghese, il peggiore al ‘Dall’Ara’. E sul pubblico: “Non fossi l’allenatore andrei anche io al Meazza”2 Scelti da Spalletti3 Contro il Genoa di Juric4 Prospettive nerazzurre5 Passaggi da InterLuciano Spalletti ha parlato del momento del portoghese, il peggiore al ‘Dall’Ara’. E sul pubblico: “Non fossi l’allenatore andrei anche io al Meazza”
Rifiatare ? Non c’è tempo, bisogna riprendere la marcia e farlo alla massima velocità visto che Juventus e Napoli non aspettano, il Milan e la Roma risalgono e la Lazio ha qualità nonostante gli infortuni.
Luciano Spalletti, alla vigilia della gara contro il Genoa, lo ribadisce:
“Dopo Bologna, come sempre, abbiamo richiesto delle risposte dalla squadra. Non siamo contenti del pareggio, ma non cambia niente. La reazione deve essere più forte, ma conta l’obiettivo finale. Il pubblico è stuzzicato dai nostri risultati e vogliamo ripagare la fiducia”.
Il tecnico non dubita delle qualità dei suoi:
“Mi aspetto la reazione, conoscendo i calciatori li ho guardati bene e sono i primi a essere dispiaciuti di questo risultato. Nel dispiacere vive l’automatica reazione a metterci qualcosa di più. Li vedo stimolati, il pubblico ha capito ecco perché sono ritornati così in massa. È uno stimolo in più per noi. Dobbiamo fare qualcosa di diverso del primo tempo di Bologna per il bene di tutti”.
Scelti da Spalletti
Qualcuno torna ancora sul tema mercato, quando la chiusura dello stesso non consente aperture se non fantasiose.
“I calciatori insieme ai quali vogliamo far ricordare questa stagione ai tifosi interisti sono questi – riprende Spalletti -. Non sono quelli che ci porterà la Befana o Babbo Natale, sono questi.
Non sappiamo cosa succederà dopo, mi fido di questi calciatori. Fino all’ultimo giorno che starò qui dirò sempre la stessa cosa. Non modifico nulla in base a un numero o a una giocata. Non sono un matematico. Tra uno e due ci sono un centinaio di numeri, 1,1, 1,2, 1,3… Vogliamo costruire una squadra, trovare una strada, lasciare una traccia del nostro passaggio.
Il Napoli per esempio ha già lasciato una traccia al di là di aver vinto o no. Quello dobbiamo seguire, i miei calciatori me li sono scelti. Sono stato felice che il mercato sia finito togliendo le interpretazioni sulla rosa. Vado dritto per la mia strada.
Ci vuole più fantasia, qualità artistica nella metà campo avversaria. Abbiamo fatto la partita, l’ho rivista quella contro il Bologna. E nel secondo tempo abbiamo giocato con l’ansia di dover recuperare un risultato”.
Contro il Genoa di Juric
Per la formazione di domani il tecnico vuole tenersi aperte le scelte.
“Vi aiuterei volentieri, non è facile dire a qualcuno stasera che non giocherà. Qualcuno magari è disturbato dall’attesa del gioco o non gioco. Quando giocavo, non mi piaceva leggere che non mi faceva giocare. Tra Ranocchia, Eder e Brozovic qualcuno giocherà dall’inizio”.
Detto che tra quei tre c’è uno che quando entra, ha un impatto profondo sulla partita, cioè Eder.
“Non credo alla regola che un calciatore accetti la panchina, i calciatori spessi vogliono ribaltare questa gerarchia. Joao Mario dopo Bologna è tornato ad allenarsi volendo stare tra quelli che non avevano giocato. Non era contento di quello che aveva dato, voleva togliersi addosso quella sensazione. Dava più fastidio a lui che a noi”.
Prospettive nerazzurre
Il percorso di questa squadra è appena iniziato. “Questa squadra sta facendo benino anche se dobbiamo metterci sopra delle cose. Vogliamo che tutti sappiano riconoscere la strada per arrivare dove vogliamo. Spesso succede che fino a che non ci batti il musino non ti rendi conto. Dobbiamo ambire a fare meglio. Non crediamo di essere superiori a tutti, ma non vogliamo essere inferiori a nessuno. Martedì dovevamo vincerla, la prendiamo come un rammarico”.
Ma se Eder dovesse partire dal principio, in panchina resterebbero Pinamonti e Karamoh, giovani con poca esperienza in caso di necessità.
“Manca un po’ di malizia a loro due, ma hanno qualità per diventare da Inter. Se c’è bisogno li facciamo giocare, prima si comincia più carattere si fanno”.
A Bologna non ha brillato Candreva, specialmente per i cross. Spalletti lo difende, spiegando così la partita del Nazionale.
“Colpa mia, lui è stato bravissimo a dare retta a me. Gli ho detto di mirare il vertice corto dell’area per andare ad attaccare quello spazio. Cercherò di liberarlo un po’, la sua qualità è superiore alle mie conoscenze, domani lo lascio più libero di interpretare le scelte. Non è stanco, la stanchezza non va a inficiare come colpisci la palla”.
Genoa e poi Benevento, poi la pausa: esiste la pressione di fare sei punti?
“Gli obblighi sono quelli di fare prestazioni, partita, prendere campo con la linea difensiva, scappare quando c’è palla aperta, mantenere equilibrio, tre giocatori che attacchino l’area piccola. Il risultato spesso diventa la conseguenza. Proviamo e vorremmo vincere tutte le partite, questo però non vuol dire che dobbiamo vincere il campionato. Sono le intenzioni.
Mi fa piacere vedere oltre cinquanta mila allo stadio ancora, dobbiamo andare allo step successivo. Se non fossi stato in panchina, sarei stato in tribuna con loro. Questa squadra stimola fiducia ora dobbiamo meritarci questa forte presenza, voglia di combattere al nostro fianco e dobbiamo assorbirla. È un po’ di tempo che hanno voglia”.
Passaggi da Inter
Chiusura tattica, sulla sostenibilità del trequartista e sulla possibilità di modificare il sistema di gioco.
“È possibile fare qualcosa di diverso dal punto di vista tattico. Ogni tanto le situazioni si intasano e pertanto si cercano strade alternative. Posso anche far fare il vertice basso al trequartista. Dobbiamo perdere meno la palla e avere un possesso più dentro la loro metà campo con più qualità senza perdere palloni banali. Dobbiamo fare passaggi da Inter, sentire il suono della palla, quando viaggia con la forza giusta ha un suono differente quando viaggia biascicata. Se la palla la tengo di più, posso scatenare di più i miei in zona offensiva”.
(GdS)