Due Inter a confronto. Ecco perchè quella di Spalletti ha qualcosa in più…

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1 Dopo le prime 7 giornate di campionato l’Inter è seconda, con 6 vittorie ed un pareggio, questo risultato però ha dato il via a molte critiche, riportando alla memoria l’Inter di mancini del 2015/162 L’allenatore3 IL GIOCO4 IL GRUPPO5 LA PANCHINA6 LA GESTIONE DI ICARDIDopo le prime 7 giornate di campionato l’Inter è seconda, con 6 vittorie ed un pareggio, questo risultato però ha dato il via a molte critiche, riportando alla memoria l’Inter di mancini del 2015/16

Due Inter a confronto | Dopo le prime giornate di campionato l’Inter è al secondo posto, a pari merito con la Juve e a sole due lunghezze dal Napoli.

Questo ha generato una molteplicità di critiche alla squadra di Spalletti, dall’essere fortunata al non avere un bel gioco.

Queste critiche hanno riportato alla memoria l’inter di Mancini del 2015/16, squadra che dopo una metà stagione da prima in classifica non riuscì a dare continuità e chiuse al quarto posto.

Quell’Inter ricevette le stesse critiche di quella odierna di Spalletti, dal brutto gioco espresso, alla fortuna fino ad arrivare al demetito di essere in cima.

Sono due squadre per certi versi molto simili, ma analizziamo perchè questa Inter potrebbe avere una marcia in più rispetto a quella del Mancio.

Ripetere il quarto posto ad oggi varrebbe molto di più, sia per l’accesso in Championsi sia perchè ad oggi ci sono Lazio e Milan a competere per un posto in europa.

Cerchiamo di capire in 5 punti perchè questa Inter potrebbe essere migliore.

L’allenatore

Mancini e Spalletti per alcuni tratti sono molto simili, sono due ottimi allenatori e non ne faremo un discorso di chi è il più bravo.

Quello che andiamo a considerare è un discorso di motivazioni.

Mancini è tornato all’Inter dopo aver vinto tutto e ripetutamente con i nerazzurri in campo nazionale, e i ritorni, si sa, non sono mai facili.

Spalletti al contrario è stato coinvolto in una nuova sfida, le motivazioni sono molto forti e ha fatto capire, con molta chiarezza, di voler portare a casa degli obiettivi.

Lasciare un segno in questa Inter, nella storia dell’Inter è l’obiettivo di Spalletti, dichiarato più volte.

Questo di certo crea in Spalletti e nella squadra una forte motivazione per fare bene.

IL GIOCO

Quella di Mancini era un Inter dal gioco statico, non a caso tante partite sono finite con il risultato di 1-0.

Critica che è stata rivolta anche a Spalletti ma la differenza sostanziale è il tasso tecnico della squadra.

A livello di tasso tecnico il reparto offensivo di mancini forse era maggiore, ma molto incostante, Jovetic, Ljaijc, Perisic erano giocatori che non sviluppavano gioco.

Quella di Spalletti, nonostante il gioco ancora latita è una squadra più unita, il tasso tecnico è ben distribuito in tutti i reparti.

Accenni di manovra di squadra sono stati ben visibili in queste prime giornate, anche se non c’è stata costanza, però quello che abbiamo visto vi fà ben sperare.

La manovra parte da un idea precisa, che spesso non riesce ad essere messa in pratica, questo và detto, ma l’idea c’è.

IL GRUPPO

Al di là di quello che può essere il rapporto dei giocatori tra di loro, parliamo del gruppo come squadra.

Con Spalletti, il messaggio che l’inter è più importante dei singoli è stato recepito a dovere, tutti giocano per la squadra.

L’intercambiabilità dei giocatori è un punto focale di questa Inter.

Abbiamo visto come i giocatori si muovono all’interno del campo, scambiandosi di posizione ed andando a coprire le zone scoperte.

L’esempio lampante è stato il recupero di Icardi contro il Genoa, che vedendo la squadra messa male si è fatto 90 metri di corsa per chiudere un azione pericolosa, con un salvataggio da difensore dentro l’area piccola.

Perisic è molto più coinvolto a livello difensivo, sta assumendo il carattere di tornante, con ottime chiusure difensive e recuperi.

La squadra gioca insieme, mentre l’Inter di Mancini era divisa in due grandi blocchi, attacco e tutto il resto, questa è si muove in maniera monolitica.

Le distanze tra i reparti sono sempre corrette, con una manovra che si sviluppa passando da tutte zone del campo.

Certo per fare questo e farlo in modo bello, con un gioco espresso di alto livello ci vuole tempo, ma per adesso l’idea di ciò che và fatto c’è ed è forte.

LA PANCHINA

Sarà anche vero che all’Inter manca qualcosa, sopratutto nel reparto difensivo, al centro, ma questa Inter ha qualcosa che manca da un pò.

Ci sono giocatori in grado di entrare dalla panchina e cambiare la partita, Eder, Dalbert, Joao Mario, sono esempi di giocatori che quando entrano danno qualcosa in più.

il Centrocampo è di certo il reparto con più scelta dell’Inter, 5 giocatori che possono giocare titolari e che possono dare speranza quando entrano.

Joao Mario contro la Roma ha cambiato la partita, Eder contro il Bologna ha dato molto al reparto offensivo, il giovane Karamoh contro il Genoa ha cambiato volto alla gara.

Poi ci sono Dalbert e Cancelo, il brasiliano sta, partita dopo partita, iniziando a mostrare le sue doti, ed è un giocatore che promette bene.

Cancelo è ancora da vedere, causa infortunio, ma ci sono ottime speranze che potrà essere un giocatore su cui puntare.

LA GESTIONE DI ICARDI

Vada come vada sembra che criticare Icardi sia lo sport nazionale.

E’ vero che il capitano non segna su azione dal 27 Agosto, contro la Roma, ma è ache vero che Icardi parte sempre cosi.

Partenza fulmine e poi qualche parentesi senza gl, almeno su azione, ma è il modo di giocare che sta cambiando.

Con Mancini c’era un incomprensione di fondo, il tecnico ex Lazio voleva una punta capace di giocare sempre fuori dall’area.

Caratteristica che Icardi non ha e forse non avrà mai, messo lontano dalla parta l’inter perdeva molto, non a casaìo quell’anno il capitano siglò solo 16 reti in campionato.

Con Spalletti è diverso, è vero anche con il tecnico toscano ad Icardi viene chiesto di uscire a far gioco, ma è una gestione più attenta.

Spalletti sà che la caratteristica più forte di Icardi è quella di giocare dentro l’area e non gli chiede di uscire troppo da casa sua.

Far manovra a limite per gli inserimenti dei compagni senza mai però perdere il vizio di stare in area quando arriva il pallone, giocare con la squadra in fase di manovra e per la squadra quando la manovrà è sviluppata dai compagni.

Nel 2016 l’Inter si piazzò al quarto posto, con l’accesso in Europa League, ed è vero il Napoli, terzo classificato, distava 13 punti.

Forse però con un Icardi più vicino all’area e con qualche gol in più si sarebbe potut sperare quel ritorno in champions che manca da tanto.