Inter: la medicina per Brozovic, caricarlo di responsabilità
Inter: Brozovic può essere un faro
Domenica scorsa a Benevento l’ha decisa lui, con due lampi.
Due gioielli arrivati dopo un digiuno troppo lungo ed un periodo in cui sembrava destinato al dimenticatoio.
Brozovic è un signor giocatore.
Non è un fuoriclasse, nessuno l’ha mai sostenuto, ma è uno di quei tipi che, se si convincono di quel che sanno fare, ogni allenatore vorrebbe.
Marcelo ancora non ha capito fino in fondo quello che potrebbe fare, e lo si capisce dallo sguardo, dal body language.
Saprebbe segnare, e l’ha dimostrato, saprebbe interdire, saprebbe stare dietro le punte, saprebbe fare tutto, se solo si convincesse che lo può fare.
A sprazzi ha fatto vedere qualcosa di tutto questo.
Ora è il tempo della responsabilità
Ora gli sprazzi non bastano più, ora è venuto il momento che si autoconvinca che può rappresentare in mezzo al campo, fatte le debite proporzioni, quel faro che Stankovic è stato nell’Inter degli anni passati, fino al Triplete.
Dejan era un leader nato, Brozo non lo nacque, direbbe Totò, ma le sue qualità sono indiscusse.
Spalletti l’ha capito, e se abbiamo ben interpretato il suo modo di lavorare, continuerà a caricarlo di responsabilità.
Si perché a 25 anni, se il Cielo gli ha dato la grazia ed il talento di saper giocare a calcio come lui, deve confrontarsi con gli obblighi che ha verso sé stesso, verso i compagni e verso i tifosi.
Continuare l’entra ed esci, esci ed entra degli anni scorsi ha poco senso.
Entra figliolo, il campo è tuo, mangialo, tira fuori gli attributi e fai quello che sai.
Basta sguardi assenti e incupiti come a dire “non è colpa mia”, basta ciondolamenti urticanti per chi paga il biglietto e per chi ti gioca accanto.
La responsabilità, o la domini o ti manda in panca
Questo vorremmo dire a Brozovic, e siamo convinti che Spalletti stia adoperando medicinali molto simili a questi, per curarlo.
Se il ragazzo ha carattere, ed essendo slavo l’ipotesi contraria è praticamente impossibile, la reazione dovrebbe essere quella di una molla caricata da qui fino al termine del campionato.
In tutti gli sport di squadra le tecniche psicologiche esaltano due concetti, le responsabilità appunto e la panchina.
Le une, se le sai affrontare, escludono l’altra.
E’un’antitesi scientificamente provata.
La panca dovrebbe essere custode di sentimenti di attesa, talvolta di ira, di rammarico profondo, pronto a trasformarsi in energia se chiamati in campo.
Saper affrontare le responsabilità è invece materia per gente lucida, fredda, quasi cinica.
La componente passionale c’è, ci deve essere, perché se non hai il cuore non fai 70 metri di corsa dietro un avversario per recuperare un pallone difficile.
Ma il segreto sta nella testa.
Ed è questa che Brozovic deve privilegiare per diventare quel leader che ancora aspettiamo.